Cristiano Ronaldo è uno dei giocatori più forti e iconici nella storia del calcio. È stato decisivo anche per i due predecessori di Pirlo a Juventus. Quest’anno, però, c’è la chiara sensazione che solo la sua presenza possa risolvere partite complicate. Benevento questa è solo l’ultima della serie. In realtà è tutto il record di oltre due mesi di stagione a preoccupare, anche con CR7 in campo. Cinque pareggi in nove partite di campionato, tre vittorie sul campo (con Samp, Spezia e Cagliari) e un tavolo con il Napoli. Nel Campioni i bianconeri hanno battuto Ferencvaros e Dinamo Kiev, ma appena hanno trovato un avversario di livello, il Barça, sono usciti con ossa rotte.
Insomma, anche dando a Pirlo il tempo necessario per insegnare il suo calcio, i conti non tornano. Principalmente perché ti chiami Juventus ma anche perché, anche se i concetti rimangono gli stessi, il layout del campo subisce troppe modifiche per essere assimilato in poco tempo. L’idea di costruire con tre, proseguire l’azione con due centrocampisti e terminarla con due ampi ambienti e tre centravanti, difendendo con il 4-4-2, sembrava essere il cardine del nuovo pensiero tattico. allenatore. Poi è arrivata la scelta del luogo Arthur come perno davanti alla difesa. Con il Benevento abbiamo visto una Juve ancora diversa.
Trovando una tartaruga che impediva lo sviluppo verticale della manovra (il punto ei due trequartisti più i tre centrocampisti del Benevento), i bianconeri hanno scelto il 4-4-2 anche per la fase offensiva, con un centrocampista chiamato ad abbassarsi vicino ai due difensori centrali (spesso Rabiot ma è successo anche a Ramsey) per facilitare l’uscita da dietro. L’obiettivo era sorprendere la squadra di Inzaghi fuori casa Chiesa largo a destra, Quadrato o quadrata per dargli una mano (a volte nella posizione centrale), Frabotta a sinistra aiutato da Ramsey, e con un centravanti centrale, Morata, con Dybala secondo suggerimento teorico. Teorico perché, come spesso accade, l’argentino è andato a cercare palla in tutte le zone del campo, perdendo i soliti riferimenti alla fase offensiva della Juventus.
Il gioco di Pirlo, sebbene non sia basato su ruoli definiti ma su giocatori chiamati a svolgere compiti specifici, non può essere appreso in breve tempo. Certamente, tuttavia, i continui cambiamenti tattici non aiutano i regimi ad assimilarsi. E Ronaldo non può essere sempre lì per risolvere i problemi.
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