Il tennista serbo prova a difendersi con un post su Instagram. Interviene anche la madre: “Non sapeva di essere sieropositiva”. E si attende ancora la decisione definitiva del ministro dell’Immigrazione sulla permanenza di Nole in Australia
Attacco e difesa. Novak Djokovic rifiuta con forza ciò che lui stesso chiama “disinformazione”. Uscite pubbliche in Serbia nonostante un test Covid positivo, ma allo stesso tempo ammette alcuni errori commessi nella gestione della storia del suo viaggio in Australia. Il tutto mentre il governo australiano continua a rinviare una decisione finale – attesa per oggi, 12 gennaio – sulla legittimità o meno della permanenza dei serbi sul suo territorio.
Djokovic, che ha definito le accuse “molto dolorose” per la sua famiglia, ha detto in un lungo post su Instagram di aver appreso del risultato del test del 16 dicembre (Sulla autenticità, invece, iniziano a sorgere dubbi, come scrive Der Spiegel.) solo il giorno successivo e ammesso di aver commesso “Errori umani”durante la compilazione i documenti per entrare in Australia e partecipando a un’intervista con TheSquadra il 18 dicembre, quando conosceva già la sua positività al Covid in seguito al test del 16.
L’errore dell’agente
Sul domanda di informazioni false fornito all’ingresso in Australia, il serbo scrive che il suo agente ha commesso un errore durante la compilazione del modulo di viaggio. Nella parte relativa ai suoi recenti viaggi, infatti, veniva indicato che Djokovic non aveva viaggiato nei 14 giorni precedenti il suo arrivo in Australia; infatti, durante queste due settimane l’atleta è stato visto in Spagna e Serbia. “Il mio agente si scusa sinceramente per l’errore amministrativo selezionando la casella sbagliata: È stato un errore umano e certamente non intenzionale”, ha scritto Nole, aggiungendo che il suo team “ha fornito ulteriori informazioni al governo australiano per chiarire la questione”. L’Australian Border Force, ovvero l’autorità locale per l’immigrazione, sta indagando se ci sia stata una falsa dichiarazione: vaccino o meno, questo da solo sarebbe motivo sufficiente per la cancellazione del visto Djokovic.
Intervista alla squadra
Quanto all’intervista a Il gruppo del 18 dicembre, il tennista, pur consapevole della sua positività al Covid a seguito del test del 16 (con risultato appreso il 17), spiega di aver fatto lo stesso”
per non mettere in imbarazzo il giornalista ma mi sono tenuto a distanza di sicurezza e l’ho mascherato tutto il tempo, tranne durante le foto. Quando sono tornato a casa, mi sono isolato e ci ho pensato. Ho commesso un errore di giudizio e ammetto che avrei dovuto rimandare l’incontro”.
La madre: “Non lo sapeva”
Ma Djokovic sapeva o non era a conoscenza del risultato positivo del test Covid quando è apparso in pubblico in Serbia senza maschera? “No”, ha detto la madre del tennista in un’intervista televisiva all’Australian Channel 7. “Probabilmente non lo sapeva. Non lo sapeva perché quando ha capito di essere positivo si è isolatoIl primo ministro serbo Ana Brnabic ha affermato, tuttavia, che se il tennista fosse apparso in pubblico sapendo di essere positivo al virus, sarebbe stata una “chiara violazione” delle regole del Paese. “Se sei positivo devi essere isolato – ha sottolineato Brnabic in un’intervista alla BBC -. Non so quando ha effettivamente ottenuto i risultati, quindi ce n’è uno area grigiaE ha aggiunto: “L’unica risposta può essere fornita da Novak”. Il cui destino – rimanere o meno in Australia e giocare il torneo che potrebbe regalargli il suo 21esimo Slam in carriera, un record di tutti i tempi – dipende dall’immigrazione australiana Il ministro Alex Hawke La decisione definitiva era prevista per oggi 12 gennaio, ma potrebbe essere ancora rinviata: sembra che i legali di Djokovic abbiano prodotto nuovi documenti nella memoria difensiva.
12 gennaio 2022 (modifica 12 gennaio 2022 | 10:35)
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