Novak Djokovic è forse il tennista più vincente di sempre. Dimenticatevi le grandi leggende del passato: questo ce lo dicono i numeri. Ha vinto in carriera 20 tornei di quelli che fanno parte del Grande Slam (come Federer e Nadal), e che rappresentano l’eccellenza del gioco del tennis ai quattro angoli del mondo. E anche i campi differiscono in modo sostanziale: si tratta delle superfici artificiali degli Australian e US Opens, la terra rossa del Roland Garros e l’erba di Wimbledon’s All England Club.
Eppure, anche il più grande di tutti ha fallito. Non solo perdendo la medaglia olimpica, venendo battuto in semifinale da Alexander Zverev alle Olimpiadi di Tokio 2020, ma in settembre all’US Open, perdendo in tre set contro Medvedev, l’ultimo ostacolo al già ambizioso traguardo del Grande Slam.
Era tutto prevedibile?
Dire che il calo di forma di Djokovic fosse previsto è sicuramente un azzardo, ma neanche i bookmakers erano così certi della sua vittoria. Se andiamo a esaminare le quote scommesse tennis sulla competizione olimpica, possiamo scoprire che in media la vittoria di Djokovic era data a 1.6 contro 1, quindi vedeva il serbo sicuramente favorito. Ma la vittoria di Zverev era data a 4 contro 1. Certamente improbabile, ma non così impossibile.
Il Golden Slam, una sfida impossibile
Da quando esiste il tennis, il Golden Slam è al di sopra di un sogno inarrivabile per i più grandi tennisti. Significa vincere il Grande Slam e la medaglia d’oro alle Olimpiadi nello stesso anno. Un’impresa che fino a oggi è riuscita a una sola persona al mondo: la formidabile Steffi Graf, che nel 1988 ha vinto i quattro tornei del Grande Slam e la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seoul. Ed è quasi impossibile che “Djoko” riesca a essere così competitivo nel 2024, quindi probabilmente il suo sogno dorato finisce qui.
Se il Golden Slam è un traguardo inarrivabile, anche il Grande Slam è assurdamente difficile. La storia ci conferma che solo cinque tennisti nella storia sono riusciti a raggiungere questo prestigioso riconoscimento, due uomini e tre donne, e l’ultima a centrare l’obiettivo è stata proprio Steffi Graf nel 1988. Questo dovrebbe dirci qualcosa a proposito della difficoltà e competitività del tennis moderno.
La maledizione dell’ultimo passo
Djokovic non è certo l’unico giocatore ad aver accarezzato il sogno prima di vederlo sfumare: ci sono tanti esempi illustri recenti di altre leggende del tennis che sono giunte a un millimetro, senza tuttavia riuscire ad agguantarlo.
Recentemente, è accaduto a due giocatrici di gran classe come Serena Williams e Martina Navratilova. Quest’ultima, nonostante i risultati stellari della serie che l’aveva portata a quell’ultima partita fatale, era stata battuta in cinque set proprio al suo traguardo più importante di sempre.
Sembra inutile dire che ormai il livello tecnico è tale che le differenze tra un buon giocatore e un grande giocatore sono diventate praticamente infinitesimali – il grande giocatore ha dalla sua quel lampo di genio che lo rende superiore, ma alle volte, il genio non basta quando si ha avuto un piccolo infortunio o si è in un calo di forma, proprio nel momento sbagliato e nella partita più importante.
E neanche il talento, la classe e l’esperienza di Navratilova – o di Djokovic – hanno potuto farci nulla.
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