Rosso canziano viene spostato in televisione, a Domenica in, per ricordare l’amico e il collega Stefano D’Orazio, morto di Covid-19. “È impossibile credere a quello che è successo a Stefano. È successo tutto così in fretta, con l’incapacità di intervenire e di stargli vicino. È un virus bastardo che toglie ogni possibilità di conforto e c’è anche questa nota di crudeltà nel rapire persone che non posso accettare ”, spiega il bassista di Cacca.
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“Sembra che il virus si sia vendicato di quelle parole di speranza che ha scritto per” Rinascerò, rinascerai tu “e sembra che abbia deciso”, aggiunge.
Canzian racconta come è avvenuto il loro ultimo incontro lo scorso giugno. “Abbiamo suonato, come sempre, su tutti i nostri problemi – ha detto – Se Pooh ha compiuto i 50 anni, non è solo per la musica che abbiamo fatto ma anche per la grande visione imprenditoriale che Stefano aveva”.
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– Rai1 (@RaiUno) 8 novembre 2020
“Adesso non mi manca il collega, mi manca la persona – prosegue Canzian – sono molto arrabbiato con questo virus. Quando mi sono operata al cuore nel 2015 a Roma, quando mi sono svegliata in sala di risveglio, mia moglie stava aspettando me, i miei figli e Stefano. Lo ricordo ancora con la maschera, il cappello e mi chiedevo “di chi sono questi occhi?”. Mi ha dato il contatto e non aveva niente. Tutto questo mi fa davvero arrabbiare. Penso a Tiziana, sua moglie, che non poteva raggiungerlo e che era a un chilometro di distanza ”.
“È difficile umanamente”, sottolinea Canzian. “L’uomo mi mancherà molto – conclude – Siamo cresciuti insieme, eravamo poco più che ragazzi”.
Commossa anche Mara Venier: si asciuga una lacrima dopo aver visto Red Canzian, il bassista del gruppo, che, preso dall’emozione, ha lasciato il collegamento dopo “Rebirth, reborn”, il brano scritto da D’Orazio e Roby. Facchinetti. “Ciao Red, grazie, ti voglio bene fratello – ha commentato Venier – E un ciao a Stefano, ovunque tu sia”.
L’incidente
D’Orazio aveva anche passato una notte in carcere per aver difeso una donna. A raccontare l’episodio, è lo stesso Canzian. “Stefano è riuscito a finire in carcere, a Trieste – ha raccontato – Un giorno eravamo seduti in un bar e abbiamo sentito una frenata fortissima per un’auto che ha rischiato di urtare una signora sul passaggio pedonale. Era puro, un Robin Hood. , si alzò e andò a trovare questo signore che aveva iniziato a rimproverarla e urlarle contro. Stefano aveva chiamato la polizia, solo che era un comandante della polizia o dei carabinieri ed è stato quindi arrestato per aver insultato un ufficiale. la notte a Coroneo, a Trieste, in carcere. Là si era sparsa la voce che Stefano fosse arrivato, e nel bagno delle donne lo chiamavano, nel bagno degli uomini gridavano per lui. Abbiamo fatto il concerto a tre al Castello di San Giusto, abbiamo messo per terra un microfono e picchiettato con il piede per risparmiare tempo. “E quando è uscito il giorno dopo?” Chiede Mara Venier. “Ha detto che l’avrebbe fatto di nuovo”, risponde Canzian.
Ultimo aggiornamento: 16:23
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