La paura cresce nel Regno Unito, dove continua a salire casi di coronavirus dovuti alla variante Delta. Tanto che il Paese si prepara a un cambio di strategia: dopo aver posticipato di un mese le ultime aperture, Boris Johnson è pronto a “convivere con il virus”. Questo è cosa emerge da un rapporto fuga dagli ambienti governativi, di cui spiega Il Messaggero. Un progetto che prevede cosa potrebbe accadere dopo la fase 4, ovvero la rimozione delle ultime restrizioni che ora cadrà il 19 luglio (il ritardo di un mese è dovuto all’obiettivo di accelerare e massimizzare la somministrazione della seconda dose di vaccino).
Ecco emergere nel documento una serie di consigli al governo su come il Paese dovrà convivere con il Covid. Innanzitutto, anche dopo il 19 luglio, gli esperti raccomandano estendere i compiti per quanto possibile, una posizione destinata a generare discussione. Si raccomanda inoltre il mantenimento del distanziamento sociale, che dovrebbe scadere dalla fase 4. Poi le mascherine, che sono consigliate in determinati contesti in cui era previsto che venissero accantonate.
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Ma il punto più preoccupante è quello relativo alle previsioni per il prossimo autunno, che dicono gli esperti non sarà “Covid-free”. Nel rapporto, nero su bianco, è scritto che lo spettro di una nuova ondata è tutt’altro che improbabile, specialmente quando il il freddo favorirà gli incontri indoor. Tanto che, secondo gli scienziati, il sistema sanitario potrebbe essere nuovamente sotto forte pressione. Insomma, un quadro cupo nonostante le previsioni, che sembrano certezze per il Regno Unito, del completamento totale del piano vaccinale entro l’autunno.
Fonti governative assicurano che nessuna decisione è stata ancora presa. Ma questo rapporto è sul tavolo. E nel report è consigliato anche di non viaggiare all’estero e di mantenere l’isolamento per chi rientra. Infine, una curiosità: è sconsigliato l’utilizzo di barriere in plexiglass in ambiente chiuso, perché contrariamente a quanto si è sempre ipotizzato, ostacolerebbero la circolazione dell’aria e favorirebbero il contagio. Insomma, tutte le aziende e gli uffici che li hanno installati potrebbero presto essere costretti a rimuoverli.
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