e tu? Calahnoglu, dormi pacificamente. Covid e VAR, torte italiane. Bello rivedere Braida

Gli elogi sono alti, alcuni forse sinceri. In generale, però, la sensazione è che a Milano ci credano in pochissimi, a cominciare dai tifosi risoluti: a giudicare una squadra professionistica che non perde da 10 mesi e che segna almeno 2 gol a partita unicamente sulla base degli sconvolgimenti provocati. di Covid, mi sembra un po ‘semplicistico. È certo, concordo con Antonio Conte, che il fattore casa è stato cancellato: gli stadi vuoti colpiscono, vedono Villarreal e Leicester al vertice di Liga e Premier e, perché no, Milan in Italia. Ma minimizzare le crisi strutturali momentanee (forse durature) di Real Madrid e Barcellona, ​​Inter e Juventus, Tottenham e City e il singhiozzo iniziale del Liverpool, non è obiettivo. Potrebbe certamente essere che queste grandi squadre si riprendano, che queste grandi squadre si riprendano, ma i rossoneri sono un fenomeno a parte costruito con intelligenza tecnica, con componenti tattiche e psicologiche molto buone, con il risultato di avere una rosa forte. a terra e solido di mente. . Credo che siano i primi a crederci, con i numeri di campionato e podio: i giocatori di Pioli. La fame, l’autostima e la determinazione possono fare miracoli in questi tempi difficili.

Ho sempre creduto nelle energie, nel karma, nelle influenze: la forza di attrazione esercitata dalla luna è maggiore sulle particelle liquide che sui solidi, è per questo motivo che si verificano le maree. Il livello dei mari e degli oceani tende a salire quando la luna è più vicina alla terra e al contrario scende quando è più lontana, quindi dalla parte opposta. Ci sono flussi di energia: sarebbe bello se quelli dei tifosi rossoneri fossero tutti portati con ottimismo e fiducia, anche se non si fanno sentire dagli spalti, vivere fuori comunque galvanizza. l’ambiente. Dobbiamo pensare positivamente, non accontentarci. Chi conosceva il campionato Zaccheroni nel 1999 sa di cosa parlo. Qualunque cosa accada, resto convinto che in questa stagione i rossoneri perderanno qualche partita: la loro rabbia e la loro fame già viste prima e confermate contro il Verona, mentre a un certo punto il parziale nelle ultime 2 ore di gioco è stato 0-5 tra Lille e gialloblu, mi confortano.

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Per raggiungere obiettivi impensabili o inaspettati, naturalmente, hai bisogno dei migliori giocatori al loro meglio. Per 10 mesi Calahnoglu è stato decisivo, un pilastro anche se nelle ultime versioni è comparso un filo conduttore. Sul tavolo il rinnovo del contratto: normale che voglia monetizzare, normale che il Milan voglia rispettare la linea guida che la struttura si è posta e che viene rispettata dalla dirigenza, anche in termini etici. Qui sta nascendo qualcosa di importante con alcuni dei colori, del marchio e della bandiera di maggior successo e conosciuti nel mondo. Chi vuole restare, come Donnarumma e Ibrahimovic, trova la soluzione. Se Calah lo vuole, lo sarà anche lei. Altrimenti dormiremo ancora tranquilli: la storia del Milan continuerà. I protagonisti cambiano ciclicamente, il karma di una società vincente non cambia.

Non c’è dubbio che contro Udinese e Lilla Romagnoli abbia commesso due errori di fronte agli avversari in area, ma i rigori che ne derivano sono stati seriamente generosi. In Europa League non c’è il VAR e quindi amen, ma in campionato il VAR (vedi Milan-Verona …) esiste. Come il coronavirus. La differenza è che in tutti gli altri paesi in cui esiste questo strumento, la polemica è praticamente scomparsa perché gli arbitri in Inghilterra, Spagna, Germania e Francia non sono primedonne, ma muti servitori. Qui siamo protagonisti arroganti e presuntuosi che decidono le partite in base al loro umore. Quanto a COVID, esiste in tutto il mondo e l’Italia è stata individuata come il Paese che per primo e meglio l’ha affrontata e contrastata, a caro prezzo. Oggi, a causa della palla astuta e goffa, agli occhi degli altri siamo tornati quelli che hanno la natura dei mascalzoni. I protocolli del VAR e del virus esistono nel calcio, molto chiari e semplici: basterebbe rispettarli per non essere più individuati come i soliti italiani. Come basterebbe seguire tante regole di vita molto semplici per evitare di essere teppisti e teppisti.

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Concludo con un saluto ad Ariedo Braida: in un momento in cui gli over 65 sono solo una statistica o un dato da trattare, Cremonese punta sulla sua esperienza e professionalità per crescere. Lo saluto con un abbraccio affettuoso, sicura che starà bene.

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