Per i pacchi si avvicina l’obbligo della fatturazione elettronica. Mancano, con l’accordo del Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper II), gli ultimi passaggi formali per consentire all’Italia di continuare ad adottare la fatturazione elettronica nelle transazioni B2B e B2C fino al 2024 e di estendere l’obbligo ai contribuenti oltre che nel regime di flat tax, che sono attualmente escluse. Una volta ottenuto il via libera definitivo in uno dei prossimi Consigli Ue e la decisione pubblicata sulla “Gazzetta ufficiale” comunitaria, l’estensione delle tariffe forfettarie dovrà poi essere tradotta in legge italiana con una norma ad hoc.
La via più probabile al momento sembra essere la delega fiscale. Nel processo di attuazione che seguirà l’approvazione parlamentare del disegno di legge, il governo potrebbe sfruttare il via libera di Bruxelles per mappare in tempo reale i dati delle fatture emesse da 1,5 milioni di contribuenti. Un numero in crescita in vista dell’allargamento dei massimali di reddito o royalty e che potrebbe addirittura aumentare ulteriormente con l’entrata in vigore dell’assegno unico nel 2022 (si veda il servizio alla pagina successiva).
Obiettivo: lotta alle frodi IVA
L’estensione della fattura elettronica alle partite IVA in imposta forfettaria non sarebbe un gesto isolato ma va letta in un contesto di ulteriore inasprimento delle frodi IVA. I prossimi passi sono già definiti. In linea con quanto promesso a Bruxelles con il Pnrr (Piano nazionale di risanamento e resilienza), l’Italia è pronta a completare una revisione sulla non fatturazione e sulle misure da porre in essere per contrastare il fenomeno della mancata fatturazione – sia in forma cartacea o digitale – la fornitura di beni e servizi. Un report che richiamerà anche l’attenzione su possibili incentivi mirati per i consumatori finali, nell’ottica di migliorare gli strumenti di contrasto degli interessi che facilitino la richiesta di fattura, scontrino o scontrino. Dopo il rapporto, infatti, il prossimo passo immediato sarà l’attuazione delle misure che, secondo la cronologia degli impegni concordati con la Commissione Europea, dovrebbero vedere la luce entro la prima metà del 2022.
Tasse recuperate per circa 2 miliardi
L’importanza della fatturazione elettronica in chiave antievasione era stata sottolineata dall’Italia nella richiesta di proroga a Bruxelles, che evidenziava come lo strumento avesse contribuito al miglioramento degli adempimenti IVA per circa 2 miliardi. I risultati garantiti in termini di controlli si aggiungono alla compliance. Tra questi, l’individuazione e il recupero di falsi crediti IVA per 945 milioni di euro e l’individuazione di soggetti coinvolti in meccanismi di frode comunitaria posti in essere tra gli ultimi mesi del 2019 e il 2020, sulla base di flussi di fatturazione derivanti da operazioni inesistenti per un importo di circa un miliardo di euro.
Ma il potenziale non si ferma al reddito recuperabile. Con l’estensione a tutti i contribuenti forfettari, l’amministrazione fiscale avrebbe dati sempre più completi per predisporre albi, regolamenti e anche dichiarazioni IVA precompilate per tutte le attività economiche che sono tenute ad adempiere a tali obblighi (aliquote forfettarie, invece, sono esenti). Senza dimenticare che l’Agenzia avrebbe nelle sue banche dati anche le informazioni necessarie per verificare rapidamente il rispetto dei parametri fissati per rimanere nel regime forfettario.
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