Firenze può ora entrare nella zona rossa. In Toscana 2,2 milioni di persone nella fascia con le maggiori restrizioni

La regione nel suo insieme sta evitando di poco la zona rossa ma 2,2 milioni di toscani potrebbero ancora finire nella zona con più prescrizioni a causa dei calcoli a livello provinciale. Tra questi anche chi vive nella regione fiorentina.

Intanto ieri si è concluso il calcolo settimanale dell’incidenza, ovvero il numero di casi ogni 100.000 abitanti, che oggi sarà valutato dalla sala di controllo. La Toscana ha una cifra di 247,8, che quindi la mantiene in zona arancione per pochissimi, 2,2 casi ogni 100.000, una settantina in valore assoluto. La variazione del periodo considerato dalla riunione dei tecnici di Roma ha avuto un effetto positivo per la regione. In precedenza, infatti, venivano osservati i dati per la settimana dal lunedì alla domenica. Se questo schema fosse stato mantenuto, la Toscana sarebbe diventata rossa.

Risolto il problema regionale, ora ci concentriamo sulle province e sui comuni. Oggi, il presidente della regione Eugenio Giani discuterà i dati sull’incidenza con gli amministratori locali. Si osserveranno gli ultimi disponibili, cioè quelli della settimana che va da sabato scorso ad oggi. Sulla base dei dati di ieri, però, dà un’idea della situazione. Infatti, al momento, cinque province hanno i dati in rosso, vale a dire che superano la soglia di 250 per 100.000. Arezzo, Firenze, Lucca, Prato e Pistoia. Tutti insieme accolgono i due terzi dei toscani. Quella sul filo di lana è Firenze che ieri era al 251. Il capoluogo è un po ‘più in basso ma oggi sarà difficile mantenerlo arancione mettendo in rosso altri comuni della stessa provincia. Tra l’altro nel comune di Firenze si registra un aumento dei casi, che ieri erano 164. Il timore è che ci sia una nuova crescita, come è accaduto anche in altre città italiane. In caso di chiusura, il sindaco Dario Nardella potrebbe aggiungere il provvedimento di chiusura di parchi e giardini a quelli già previsti per la zona rossa.

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Ieri Arezzo aveva circa 275 casi ogni 100.000, quindi non era lontano dal limite di 250 ma è improbabile che oggi scenda al di sotto di quel numero. Si consiglia, invece, di rivedere la situazione a Lucca, che è a 268 soprattutto a causa dei cluster in Versilia. La provincia con più problemi resta quella di Prato, che ha 380 casi, seguita da Pistoia, a 289. In quattro settimane di zona rossa non siamo ancora riusciti a scendere sotto il limite anche se finalmente vediamo una riduzione dei casi che di buon auspicio per il futuro. Tra le province con meno di 250 anni quella con il dato più alto è quella di Grosseto, con 220. Anche in questo caso è improbabile un cambiamento così grande da cambiare la situazione.

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