L’upgrade annunciato da Fitch venerdì sera attesta il cambio di segno dal punto di vista dei mercati sul nostro debito pubblico. La decisione di ridurre il voto a tripla B, con outlook stabile, chiude un calendario d’esame autunnale caratterizzato dal miglioramento dell’outlook (da stabile a positivo, con tripla B) comunicato da Standard & Poor’s ad ottobre e dalle due conferme ricevute da Moody’s (Baa3 con outlook stabile) e Dbrs (BBB-high, outlook negativo). E, soprattutto, riporta nel panorama del debito italiano quella piena promozione che era mancata dall’autunno del 2017, quando l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan videro l’upgrade di Standard & Poor’s.
Con la mossa di ieri, Fitch fa tesoro di quanto scritto accanto alla BBB sui nostri titoli di Stato nel 2020, mentre con un rating fuori programma ha deciso, unico delle Big Four, di sorprendere i campanelli d’allarme sul Btp di un’Italia. poi in piena reclusione.
Successivamente, l’agenzia aveva confermato due volte la sentenza, con bollettini ricchi di allarmi sulle reali possibilità di recupero nel Paese e sul conseguente peso del debito sui conti. Tutti questi elementi alimentano il senso del cambio di rotta di ieri, salutato dal governo con la soddisfazione espressa dal Mef.
La Mef: confermata la solidità della politica economica italiana
“La decisione di Fitch corona una serie di valutazioni positive pubblicate da altre cinque agenzie di rating, che nelle ultime settimane hanno migliorato le proprie prospettive sul Paese. Tra queste giova ricordare S&P, DBRS e Scope Ratings – spiega Via XX Settembre – Queste decisioni confermano la solidità della politica economica portata avanti dal Governo e la necessità di proseguire con vigore sulla strada delle riforme e degli investimenti, secondo il programma. concordato con l’Europa”.
Una certa anticipazione aveva cominciato a crescere quando un rapporto dell’agenzia ha sottolineato due settimane fa il ruolo della crescita e la natura cruciale della combinazione di investimenti e riforme che stanno alla base del piano di stimolo per consolidarla. . Osservazioni apparentemente innocue, ma non per un Paese che, dopo aver notato un inaspettato calo del rapporto debito/PIL nel Nadef negli stessi giorni, ha visto aumentare il PIL già acquisito nei primi nove mesi dell’anno da decimale a decimale. (gli ultimi dati Istat indicano una crescita annua del 6,3%) su livelli ben lontani dal 4,5% calcolato ad aprile. Cifre importanti, che collocano l’Italia nell’insolita posizione di lepre in Europa e che hanno convinto gli analisti Fitch a fare il grande passo nonostante le incognite moltiplicate nelle ultime settimane dalla ripresa della pandemia e da un risveglio inflazionistico che ha ormai perso i connotati dell’inferno estemporaneo. .
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