Al National Ignition Facility degli Stati Uniti, i ricercatori sono riusciti per la prima volta a generare “plasma in fiamme”. È un passo importante verso una reazione di fusione in grado di fornire energia. Il plasma è stato mantenuto per un breve periodo con l’energia della reazione di fusione stessa.
Da anni ricercatori di vari istituti stanno lavorando a un modo per generare energia con la fusione nucleare, in cui elementi più leggeri si fondono in un elemento più pesante, rilasciando una grande quantità di energia. Alla National Ignition Facility, parte dell’istituto di ricerca americano Lawrence Livermore National Laboratory, i ricercatori hanno raggiunto un traguardo importante: la produzione plasma bruciante. Per sostenere una reazione di fusione senza fornire energia dall’esterno, il plasma deve essere in grado di sostenersi con l’energia rilasciata dalla reazione di fusione. Ciò è stato ottenuto con la fecondazione in vitro.
Gli esperimenti di fusione effettivi sono già stati eseguiti a novembre 2020 e febbraio 2021, con un esperimento nel 2021 che ha prodotto una quantità record di energia. la natura pubblica i risultati ora. Durante questa reazione di fusione, sono stati rilasciati 1,3 MJ di energia. Per metterlo in prospettiva: 1,3 MJ equivalgono a circa 0,36 kWh e una famiglia media brucia circa 10 kWh al giorno. Inoltre, la reazione di fusione di NIF è tutt’altro che energia positiva, poiché richiede molta energia per avviare la reazione. A tale scopo, il laboratorio utilizza 192 laser, che comprimono un piccolo pellet di deuterio e trizio fino a raggiungere una temperatura e una pressione tali da consentire la fusione. I laser hanno consumato circa 1,9 MJ di energia per il test.
La ricerca presso LLNL non mira direttamente allo sviluppo di una centrale elettrica basata sulla fusione nucleare, ma piuttosto a comprendere meglio i processi che si verificano durante o poco prima della fusione. La fusione nucleare è studiata in diversi centri di ricerca, con gli scienziati che cercano anche di sviluppare reattori a fusione per centrali elettriche. Uno degli istituti di ricerca più noti per quest’ultimo è ITER, nel sud della Francia.
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