Gli scienziati trovano un metodo semplice per distruggere alcune “sostanze chimiche eterne”

Gli scienziati trovano un metodo semplice per distruggere alcune “sostanze chimiche eterne”

Gli scienziati hanno trovato un modo per distruggere alcuni inquinanti chiamati “sostanze chimiche eterne” a causa della loro estrema resistenza e tossicità. Lo hanno annunciato giovedì. Queste cosiddette sostanze chimiche eterne sono presenti in molti oggetti di uso quotidiano e possono causare seri problemi di salute.

gjsFonte: Belgio

La tecnica, che utilizza temperature relativamente basse e reagenti comuni, è stata sviluppata da chimici negli Stati Uniti e in Cina. Il loro lavoro, pubblicato sulla rivista Science, offre una potenziale soluzione a un persistente problema ambientale, zootecnico e umano.

Le sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) sono sostanze chimiche artificiali che non si trovano naturalmente nell’ambiente. Sono stati sviluppati per la prima volta negli anni ’40 e si decompongono molto lentamente. Nel corso del tempo, le sostanze chimiche presenti negli imballaggi, negli shampoo, nelle padelle antiaderenti e nei cosmetici, tra le altre cose, hanno iniziato a disperdersi nell’ambiente e ora sono abbondanti nell’acqua, nel suolo, nell’aria, nelle nostre falde acquifere e nei laghi e fiumi.

Acqua piovana

Proprio la scorsa settimana, uno studio svedese ha scoperto che l’acqua piovana in tutto il mondo è imbevibile a causa delle concentrazioni eccessive di PFAS. Secondo altri studi, l’esposizione a PFAS può influenzare la fertilità umana e lo sviluppo fetale. C’è anche un aumentato rischio di obesità o alcuni tipi di cancro (prostata, reni e testicoli) e livelli elevati di colesterolo.

Gli attuali metodi di degradazione di questi inquinanti richiedono trattamenti potenti, come l’incenerimento a temperature molto elevate o l’irradiazione ad ultrasuoni. Le sostanze devono il loro carattere quasi indistruttibile ai lunghi fluorocarburi che le compongono.

Vulnerabilità

Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto una vulnerabilità in alcuni tipi di PFAS: a un’estremità della loro molecola c’è un gruppo di atomi di ossigeno che possono essere trattati con un comune solvente e reagente a temperature medie comprese tra 80 e 120 gradi Celsius. Quando ciò accade, “l’intera molecola collassa in una cascata di reazioni complesse”, afferma William Dichtel della Northwestern University, uno degli autori dello studio.

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Lo studio si è concentrato su dieci PFAS, inclusi gli importanti composti GenX, ma ci sono fino a 12.000 diverse “sostanze chimiche eterne” in totale. “Ci sono altri tipi (di PFAS) che non hanno lo stesso tallone d’Achille, ma hanno tutti i loro punti deboli”, afferma Dichtel. “Se riusciamo a identificare questa debolezza, sapremo come attivarla per distruggere la sostanza”.

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