La prestigiosa Harvard University negli Stati Uniti ha annunciato di voler investire 100 milioni di dollari (circa 94 milioni di euro) in un recovery fund per compensare il passato di schiavitù. L’università vuole che i soldi vadano all’istruzione e alla ricerca sulla schiavitù, tra le altre cose.
L’annuncio segue un’ampia revisione interna del ruolo dell’università durante la schiavitù. Il rapporto mostra, tra le altre cose, che i dipendenti di Harvard hanno ridotto in schiavitù almeno 70 persone, ma probabilmente di più. Ciò accadde dalla fondazione dell’istituto nel 1636 fino al 1783, quando la schiavitù fu messa fuori legge nello stato del Massachusetts.
“Uomini e donne ridotti in schiavitù servivano presidenti e professori di Harvard e nutrivano e si prendevano cura degli studenti di Harvard”, si legge nel diario. Anche dopo l’abolizione formale, l’università ha comunque beneficiato della schiavitù, ad esempio attraverso le donazioni dei mercanti di schiavi.
Harvard non è l’unico istituto di istruzione negli Stati Uniti a finanziare una tale causa. Anche la Georgetown University di Washington ha creato un fondo di soccorso da 100 milioni di dollari. Questo denaro andò a beneficio dei discendenti degli schiavi che furono venduti dall’allora scuola d’élite dei gesuiti nel 19° secolo.
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