I clienti pagano il 42% in più per un conto corrente standard rispetto a cinque anni fa, secondo uno studio della Consumers Association. A causa dell’aumento dei tassi, i clienti sono meno soddisfatti della propria banca, afferma il sindacato.
Le banche affermano di sostenere tutti i tipi di costi, alcuni dei quali vengono trasferiti al cliente. L’associazione dei consumatori ritiene che i costi della lotta alla criminalità informatica, ad esempio, debbano essere sostenuti dalle banche stesse.
L’aumento maggiore è stato registrato presso Triodos Bank: i consumatori sono il 113% più cari rispetto al 2017 e pagano 60 euro all’anno invece di più di 28 euro. Knab è l’unico a non aumentare il prezzo, ma ha già addebitato 60 euro cinque anni fa.
Inoltre, le commissioni per un conto intestato a una persona sono aumentate più rapidamente di quelle per un conto intestato a due (51% contro 32%). Anche il numero di servizi utilizzati da una persona è importante: ad esempio, le tariffe per gli scoperti di conto, il prelievo di denaro al di fuori dell’UE o il deposito di contanti in una banca differiscono.
“I costi sono aumentati”
“Ad un certo punto, è comprensibile che le banche aggiustino i loro tassi all’aumento dei costi”, afferma Berend Jan Beugel, portavoce della Dutch Payments Association. “Questi costi aumentano ogni anno”. Secondo lui, il reddito aggiuntivo non copre i costi sostenuti dalle banche.
L’innovazione è un elemento di costo importante, afferma Beugel: “Le banche, ad esempio, hanno investito molto pagamenti istantanei – questo denaro è immediatamente sul conto di qualcuno quando lo trasferisci. Lo ricevevi il giorno lavorativo successivo e ci metteva più tempo se c’era una vacanza nel mezzo”.
Beugel menziona inoltre l’aumento dei costi di monitoraggio: la De Nederlandsche Bank (DNB) e l’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (AFM) si aspettano che le banche controllino sempre meglio se i loro clienti stanno abusando dei sistemi di pagamento, ad esempio per riciclaggio di denaro. Secondo il portavoce, l’inflazione ha un impatto anche sulle banche: in aumento anche i prezzi dei processori di transazioni esterne e dei fornitori di servizi. Infine, secondo lui, molti soldi vengono spesi per la lotta alla criminalità informatica al fine di prevenire i grandi attacchi di hacking.
“Impatto ingiusto sui consumatori”
“Questi tipi di costi fanno parte delle operazioni aziendali, il cliente ordinario non ha nulla a che fare con questo”, afferma Gerard Spierenburg, portavoce dell’Associazione dei consumatori. Critica anche l’inflazione come fattore nell’aumento dei prezzi: “Ciò si applicherebbe se l’aumento dei prezzi fosse rimasto lo stesso dell’inflazione, ma era lontano dal 42% in media”.
Spierenburg non vede quindi una buona spiegazione per il rialzo dei tassi, soprattutto in considerazione dei profitti che alcune banche hanno realizzato: “Se guadagni molto, devi trasferire i costi sul consumatore?”
La Dutch Payments Association ritiene che l’aumento dei costi vada messo in prospettiva: “Le banche olandesi sono tra le più economiche d’Europa. Basta andare in Italia, Francia o Germania: si possono spendere dai 200 ai 300 euro all’anno”.
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