I Paesi Bassi non vedono alcun tabù negli accordi sui migranti con la Tunisia “dittatoriale”.

I Paesi Bassi non vedono alcun tabù negli accordi sui migranti con la Tunisia “dittatoriale”.

I Paesi Bassi sembrano spingere affinché l’UE concluda al più presto accordi sulla migrazione con la Tunisia, come l’accordo con la Turchia nel 2016. “Dominare la migrazione”. E anche veloce: “Tempo, tempo, tempo”. Il segretario di Stato per l’asilo e la migrazione, Eric van der Burg (VVD), non ha esitato a farlo a Roma. Il segretario di Stato ritiene che i colloqui con la Tunisia debbano avvenire “a brevissimo termine”, e per questo si rivolge prima alla Commissione europea e all’Italia. Van der Burg mercoledì era in Italia, dove ha discusso della crisi migratoria in Europa con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (indipendente, vicino alla Lega).

“La Tunisia è, in fondo, la porta d’ingresso per l’Italia, e quindi anche per l’Europa”, ha detto il Segretario di Stato. Nel colloquio con il collega italiano non è stata ancora pronunciata la parola “accordo tunisino”, per analogia con l’accordo che l’Europa ha concluso con la Turchia nel 2016. Ma dovrebbe essere chiaro che tale trattativa con la Tunisia dovrebbe concentrarsi sulla “limitazione della inserimenti”. Insomma: Tunisi deve essere convinta di dover fermare i migranti che vogliono andare in Europa.

Passo dopo passo dobbiamo raggiungere un accordo

Il paese nordafricano, che sperava brevemente nella primavera araba del 2011, sta scivolando a un ritmo accelerato verso l’autocrazia. Il presidente Kais Saied si sta concedendo sempre più poteri. Il leader dell’opposizione Rached Ghannouchi è stato arrestato questa settimana. Per quanto riguarda i migranti sub-sahariani, Saied avanza la “teoria della popolazione” e afferma che esiste un piano per cambiare la composizione demografica della Tunisia – è anche una teoria del complotto popolare tra l’estrema destra in Europa. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha rilasciato dichiarazioni simili nel recente passato.

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L’Europa dovrebbe anche provare a fare accordi con un autocrate come Saied? Un “punto complicato”, secondo Van der Burg, visto che i Paesi dall’altra parte del Mediterraneo “non hanno gli stessi standard e valori che abbiamo noi in Europa”. Ma, aggiunge, “ciò non significa che non dovremmo vedere se è possibile”.

Il dibattito sulla migrazione si sta surriscaldando, sia nei Paesi Bassi che in Italia, dove la migrazione domina l’agenda politica. Van der Burg ammette di “aver le mani più che occupate” con la crisi dell’accoglienza. Si scontra con comuni che accolgono donne e bambini, ma preferiscono non accogliere uomini. La Segreteria di Stato ora deve contare sulla collaborazione volontaria dei comuni, ma “questo cambierà presto con la legge sulla distribuzione”.

Anche il governo italiano deve affrontare un’importante sfida migratoria. Già 27.500 boat people hanno raggiunto le coste meridionali d’Europa nei primi tre mesi di quest’anno, rispetto ai 16.000 dello stesso periodo dell’anno scorso. E durante i mesi estivi, il numero di persone in barca non farà che aumentare.

pessimo patto

Le consultazioni sulla migrazione di Van der Burg e Piantedosi si basano sul cordiale incontro che il primo ministro Mark Rutte ha avuto a Roma il mese scorso con la sua collega italiana di estrema destra Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). Ciò crea un’alleanza inappropriata tra Paesi Bassi e Italia, e tra Nord e Sud. Se l’Aia e Roma hanno avuto più volte opinioni diverse, certamente quando si tratta di finanziamenti, la cooperazione in materia di migrazione non è certo una scelta ovvia.

“Dublino” è già un grosso collo di bottiglia. In quanto Stato membro settentrionale, i Paesi Bassi stanno spingendo per una riforma delle regole di Dublino, ma vogliono attenersi al regolamento stesso, che richiede ai richiedenti asilo di presentare generalmente una domanda di asilo nel primo paese in cui entrano nell’area Schengen. Ma l’Italia, che è al confine esterno dell’Europa, vuole riformulare “Dublino”. Secondo Van der Burg, è importante che vengano conclusi nuovi accordi di Dublino, “integrati in un nuovo patto europeo sulla migrazione”.

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Ma la discussione su questo patto migratorio, che la Commissione europea ha proposto con grande ambizione nel 2020, è in stasi da tre anni. Gli Stati membri non sono d’accordo. “Il patto deve essere approvato quest’anno”, ha detto il Segretario di Stato.

È estremamente importante per i Paesi Bassi che in questo patto siano inclusi i controlli obbligatori alle frontiere e la registrazione obbligatoria alle frontiere esterne europee. “Gli italiani stanno annunciando che chiederanno più solidarietà – e questo è comprensibile”, afferma Van der Burg. Ciò significa che l’Italia e gli altri paesi ai confini esterni dell’Europa spingeranno per un meccanismo obbligatorio di ridistribuzione dei richiedenti asilo tra i 27 Stati membri. La ridistribuzione volontaria non ha ancora avuto successo.

E’ comunque più urgente che concludere accordi europei reciproci parlare con la Tunisia, sottolinea il segretario di Stato. Un eventuale accordo del genere non sarebbe difficile da risolvere? «Certamente, ma non è un motivo per sottrarsi. Dobbiamo raggiungere accordi passo dopo passo.

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