Negli ultimi decenni, ilIngegneria genetica ha sicuramente fatto passi da gigante. Le possibilità che si sono aperte con la manipolazione genetica, soprattutto in dominio medico ce ne sono davvero tanti, quasi fantascienza. Ma a che punto siamo attualmente in grado di modificare un essere vivente? Alcuni ricercatori del Wisconsin hanno cercato di darsi una risposta, creare una variante di un comune ragno con la struttura delle gambe completamente rivista e corretta.
Guilherme Gainett, laureato inMadison University of Wisconsin, e alcuni dei suoi colleghi hanno pubblicato uno studio, secondo il quale sono stati in grado sia di sequenziare il genoma di Falange Opilio, una specie comune di ragni contadini (noti anche come “Papà gambelunghe“A causa della lunghezza delle gambe), e per alterare la loro struttura genetica, utilizzando un processo noto come interferenza dell’RNA, Oh RNAi (interferenza dell’RNA).
RNAi è a Processo naturale, che molti organismi diversi utilizzano per regolare le attività dei loro geni. Nel caso di cui stiamo parlando, i ricercatori hanno avviato il processo artificialmente, inibendo i geni responsabili dello sviluppo delle zampe del ragno, in particolare due cosiddetti geni”Hox“, cioè gruppi di geni correlati che codificano lo sviluppo di una specifica parte anatomica della creatura.
Il team ha messo a tacere questi gruppi di geni riassegnando le proteine dal Complesso di silenziamento indotto da RNA (complesso di silenziamento indotto da RNA, abbreviato come RISCHIO) negli aracnidi durante la loro fase embrionale. I complessi RISCHIO, sono anche in grado di identificare i virus aggressivi, permettendo loro di prendere di mira e “tacere” il loro corrispondente RNA messaggero (O MRNA). In questa occasione, i ricercatori li hanno usati invece per mettere a tacere ilMRNA geni che codificano per la lunghezza delle zampe del ragno.
L’esperienza ha così portato alla creazione di individui di Falange Opilio con il gambe molto più corte del normale. A differenza delle gambe normali, quelle modificate dai ricercatori sembravano tre paia di arti adattati al movimento delle dimensioni di semplici appendici, che si sono poi sviluppate in pedipalpio gli arti che i ragni usano normalmente per maneggiare il cibo.
Lo scopo dell’esperimento, oltre a cercare di comprendere meglio il genoma e l’evoluzione degli aracnidi, ha anche dimostrato, ancora una volta, le infinite possibilità di manipolazione genetica. Che, però, va senz’altro opportunamente regolamentata. E l’idea di poter creare facilmente ragni modificati secondo il nostro capriccio dovrebbe bastare come motivazione! Se vuoi saperne di più ti consigliamo il volume
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