Il capo dell’intelligence militare danese è in grossi guai

Lunedì i giornali danesi hanno rivelato che una delle persone coinvolte in un’importante indagine giudiziaria contro i servizi di intelligence nazionali è Lars Findsen, capo del Servizio di intelligence della difesa, l’agenzia di intelligence militare danese. Findsen è accusato di diffondere illegalmente informazioni sensibili insieme ad altri tre membri dell’intelligence.

Sul caso – di cui parlano tutti i principali giornali danesi – invece circolano pochissime informazioni, data la sua delicatezza. Tuttavia, diversi giornali danesi scrivono che l’arresto di Findsen è collegato un grande scandalo che ha colpito l’intelligence danese tra il 2020 e il 2021, quando si è scoperto che avevano sviluppato un rapporto molto stretto con la NSA, la principale agenzia di sicurezza nazionale negli Stati Uniti. Questo rapporto ha comportato, ad esempio, un’intensa intercettazione del cellulare della cancelliera tedesca Angela Merkel e, secondo alcune inchieste giornalistiche, la condivisione di molte informazioni sensibili che i servizi di intelligence danesi avevano raccolto su alcuni danesi.

Findsen è in carcere dall’8 dicembre, giorno del suo arresto con altri quattro membri dei servizi segreti danesi: solo lunedì, però, un tribunale ha autorizzato la divulgazione del suo coinvolgimento nelle indagini. Findsen ha 57 anni ed è stato per molto tempo uno dei leader più importanti dell’intelligence danese: è stato per vent’anni capo dell’agenzia di intelligence di polizia, capo dipartimento del ministero e infine capo dell’intelligence militare, funzione che ha tenuto dal 2015.

Non sono molti i dettagli sulle accuse a suo carico: si sa solo che i magistrati dei servizi segreti di polizia lo accusano di aver violato un articolo del codice penale che prevede fino a 12 anni di reclusione per “diffusione di informazioni altamente riservate”. . Secondo la televisione di stato danese RD l’agenzia di intelligence di polizia sospetta principalmente che Findsen e alcuni suoi colleghi siano dietro le indagini giornalistiche che in questi mesi hanno rivelato molti aspetti della collaborazione tra le agenzie di intelligence danesi e la Nsa, che ha causato enormi danni all’immagine dell’intelligence danese.

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Il caso Findsen si colloca probabilmente nella delicata zona d’ombra tra due esigenze spesso contrastanti: la tutela della sicurezza nazionale, anche con operazioni al confine di quanto consentito dalla legge, e una certa trasparenza che lo Stato si impegna a garantire. La vicenda tocca anche altri temi importanti come la pubblicazione sui giornali di informazioni sensibili sulla sicurezza nazionale e la presunta violazione della privacy dei privati ​​cittadini da parte delle agenzie di intelligence.

Un portavoce dell’agenzia di intelligence della polizia danese ha detto di Reuters che il rilascio di informazioni altamente riservate può avere “conseguenze gravi o gravissime” per la Danimarca, i paesi dell’Unione Europea e della NATO.

Findsen si è dichiarato innocente e ha detto ai giornalisti danesi che considerava le accuse contro di lui “assurde”. Non è chiaro quanto dureranno le indagini e quando, alla fine, inizierà il processo: Findsen rimarrà in carcere almeno fino al 3 febbraio.

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