Domenica si sono tenute nuove elezioni presidenziali in Kirghizistan, rese necessarie dopo dimissioni forzate lo scorso ottobre dal presidente Sooronbay Jeenbekov, il terzo dal 1991 a lasciare il potere a seguito di una rivolta popolare. Le elezioni sono state superate da Sadyr Japarov, un politico populista che era in prigione fino a pochi mesi fa. Il voto, contestato a causa di segnalazioni di varie irregolarità, potrebbe chiudere un periodo di grave crisi politica nell’unico sistema considerato democratico in Asia centrale. Secondo risultati parziali, Japarov ha vinto l’80% dei voti con un’affluenza prossima al 39%.
La recente carriera politica di Japarov in Kirghizistan è stata alquanto incredibile e inaspettata, dopo diversi anni come parlamentare.
Fino allo scorso settembre, Japarov, 52 anni, era in prigione per aver organizzato il rapimento di un governatore provinciale del Kirghizistan (un’accusa che Japarov ha sempre detto essere politicamente motivata). Dopo le elezioni parlamentari dello scorso ottobre e l’inizio dei disordini che hanno portato alle dimissioni di Jeenbekov e dell’ex primo ministro Kubatbek Borono, Japarov era stato liberato dai suoi sostenitori ed era diventato rapidamente Premier Primo ministro allora presidente ad interim. La sua condanna è stata annullata anche dal principale organo investigativo del Kirghizistan.
Japarov è una figura molto controversa. I suoi oppositori lo accusano di essere un nazionalista corrotto e di avere legami con la criminalità organizzata. Arkady Dubnov, esperto in Asia centrale sentito New York Times, ha descritto Japarov come un populista di “Robin Hood”, cioè come un uomo che è salito al potere con la promessa di garantire un rapido aiuto al popolo kirghiso in difficoltà.
Ma Japarov non avrà un compito facile: sia per l’enorme instabilità politica che ha travolto il Paese dai disordini di ottobre, sia per i problemi cronici che tutti i presidenti e capi di governo prima di lui hanno dovuto affrontare. , senza riuscire a trovare soluzioni efficaci: in particolare la grande povertà, le accese rivalità tra gruppi rivali e le profonde divisioni tra il nord e il sud del Paese. Sul fronte della politica estera, invece, Japarov ha dichiarato di voler seguire la linea già tracciata dai suoi predecessori: garantire la solidità dei rapporti con la Russia, tradizionale e importante alleato del Kirghizistan, e con la Cina, principale investitore in Kirghizistan. economia. Kirghizistan.
Infine, Japarov avrà poteri maggiori rispetto ai suoi predecessori. Domenica, a fianco delle elezioni presidenziali, si è tenuto anche un referendum, voluto dallo stesso Japarov, che ha proposto di emendare la Costituzione togliendo il potere al parlamento e cedendolo al presidente. La proposta è stata approvata.
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