Il digiuno intermittente potrebbe non essere la soluzione migliore per la salute cardiovascolare, secondo uno studio condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Il direttore dell’istituto, Giuseppe Remuzzi, ha presentato i risultati durante un meeting dell’American Heart Association, evidenziando potenziali rischi legati alla pratica del digiuno intermittente.
Lo studio ha coinvolto 20.000 persone negli Stati Uniti e ha dimostrato che il digiuno per 8 ore al giorno, noto come formula “16:8”, potrebbe aumentare il rischio di morte per eventi cardiovascolari anziché ridurlo. Inoltre, il digiuno intermittente potrebbe anche aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, infarti, ictus e persino la mortalità anche in pazienti affetti da tumori.
Questi risultati evidenziano la necessità di condurre ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del digiuno intermittente sulla salute e sulla durata della vita. Il direttore Remuzzi mette quindi in discussione l’efficacia e la sicurezza del digiuno intermittente come strategia per il benessere a lungo termine.
In conclusione, è importante valutare attentamente i potenziali rischi e benefici del digiuno intermittente prima di adottare questa pratica per migliorare la propria salute cardiovascolare.
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