Il discorso di Xi Jinping minaccia la sicurezza globale

Le relazioni tra Cina e Stati Uniti si sono deteriorate negli ultimi mesi e mancavano già di solide basi per sostenersi. L’Europa si è trovata al centro di quella che è stata definita “una nuova guerra fredda”, tra le dichiarazioni di Joe Biden e le inevitabili relazioni commerciali con la Cina.

Oggi, giovedì 1 luglio 2021, Xi Jinping ha parlato davanti a una folla di cinesi per celebrare il centenario della nascita di Partito Comunista Cinese (PCC). Il discorso del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, durato più di un’ora, ha toccato diversi temi controversi, tanto che si parla in queste ore di minacce alla sicurezza globale. Ma è davvero così?

Xi Jinping Ha parlato degli obiettivi raggiunti e di quelli da raggiungere, come una maggiore modernizzazione della difesa nazionale e delle forze armate, portando la Cina a un livello di livello mondiale. Il giorno della cerimonia, un rapporto americano ha rivelato la presenza di centinaia di silos per nascondere il presunto arsenale nucleare. Secondo gli esperti del Centro James Martin per gli studi sulla non proliferazione di Monterey, sarebbe più una direzione sbagliata: buchi vuoti nel terreno per simulare la presenza di armi.

C’è la possibilità di una guerra fredda nucleare tra Cina e Stati Uniti?

Gli esperti di politica internazionale in queste ore stanno facendo il possibile per provare a commentare il discorso di Xi Jinping in un’interpretazione bellicosa. Lo stesso fenomeno era accaduto durante gli incontri che avevano visto Joe Biden incontrare i leader europei.

In entrambi i casi le minacce tra i due leader non sono mancate, ma la questione della Guerra Fredda sembra avere una motivazione economica più che nucleare. Almeno per noi lo sarà, perché l’Europa non ha molto da guadagnare da questo tipo di scontro-shock, se non si tratta di ripercussioni economiche dovute a un’affermazione che non ci sarà perdonata da nessuna delle due parti.

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In attesa della risposta americana al discorso del leader cinese, e quindi in attesa di sapere se si tratti o meno di una “guerra fredda”, il dibattito pubblico si è diviso tra le due nazioni: tra quelle che ricordano i tanti casi in cui la Cina ha violato e violato diritti umani e quelli che accusano gli Stati Uniti di voler estendere ulteriormente la propria influenza nel mondo.

Il discorso di Xi Jingping e le minacce contro i bulli statunitensi

Nel discorso celebrativo al Partito Comunista Cinese, Xi Jinping ha affermato che:

Il popolo cinese non permette a nessuna forza straniera di intimidirci, opprimerci o schiavizzarci, chiunque lo desideri deve essere preparato ad affrontare spargimenti di sangue, così come un grande muro d’acciaio costruito da un miliardo e mezzo di cinesi

Nel discorso tenuto in piazza Tienanmen, vestito con abiti simili a quelli di Mao ZedongXi Jinping non cita mai apertamente gli Stati Uniti, ma alcuni passaggi (come quello citato) del suo discorso sembrano fare riferimento a passi americani verso il Paese comunista. Xi Jinping ha infatti dichiarato”il tempo delle molestie contro la Cina è finito”.

D’altronde gli Stati Uniti hanno voluto ricordare, nel rinnovo dell’alleanza NATO tra Europa e Stati Uniti, quali sono i nemici ai quali aggrapparsi e rafforzarsi insieme: Russia e Stati Uniti, Cina, ma soprattutto contro l’ultimo. La preoccupazione americana, ribadita oggi anche con la liberazione dei silos, sembra essere la dotazione della Cina di armi nucleari, eppure la Cina ha solo 250-350, rispetto a più 5.000 Americano. intenditori di Centro James Martin per gli studi sulla non proliferazione de Monterey ha affermato che il controllo delle armi nucleari dovrebbe essere discusso, al di là delle accuse reciproche tra i due paesi.

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Il discorso di Xi Jinping è il discorso del leader del Partito unico cinese e forse, come afferma anche il Taiwan Island Mainland Council, l’aspetto più importante su cui concentrarsi sarebbe che”di introdurre riforme democratiche, come la concorrenza tra le parti e il rispetto dei diritti umani“E così evitare che, tra minacce, si perdano momenti di indipendenza e denunce di Paesi vittime delle superpotenze.

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