Carlo Pernat non è noto solo come manager di un gran numero di (ex) piloti della MotoGP, ma anche per le sue dichiarazioni audaci e spesso incisive. Il fiammeggiante italiano ha recentemente espresso i suoi pensieri in un’intervista con l’italiano corsedimoto.com sullo stato delle cose all’interno dell’attuale campionato del mondo MotoGP, come il declino dello spettacolo e l’introduzione delle gare Sprint.
Diminuzione delle presenze, mancanza di una forte personalità dopo il ritiro di Valentino Rossi, introduzione delle gare Sprint per la classe MotoGP, calendario diverso durante i weekend dei Gran Premi, ben 21 weekend di Gran Premi, sempre più weekend di Gran Premi all’estero, questi sono solo alcuni cose che in questo momento stanno dando i grattacapi necessari alle squadre che gareggiano nel motomondiale.
Oggi ha 77 anni, ma Carlo Pernat – ex direttore della Cagiva (1984-1990) e poi manager di Loris Capirossi, Andrea Iannone, Niccolò Canepa, Tony Arbolino ed Enea Bastianini, tra gli altri – appare ancora regolarmente nel paddock della MotoGP. L’esuberante italiano non è solo un manager esperto, gli piace anche esprimere la propria opinione e appare regolarmente in vari talk show italiani.
Di recente, Pernat si è seduto con l’italiano corsedimoto.com, un’intervista che non solo ha ripercorso l’ultima stagione della MotoGP, ma ha chiesto specificamente al manager italiano la sua opinione sullo stato attuale delle cose nel Campionato del Mondo MotoGP, i cambiamenti imminenti e il futuro del campionato di corse su strada più importante al mondo.
Il futuro della MotoGP non sembra roseo secondo Pernat…
Carlo Pernato: “Dobbiamo molto merito a Dorna. Quando hanno vinto il campionato nel 1992, a dire il vero, eravamo un po’ come degli zingari. Alcuni avevano pantaloni rossi, altri magliette gialle, altri verdi… Insomma, non eravamo molto professionali. Dorna poi ha fatto tutto in modo diverso, ha fatto una grande operazione di marketing che penso abbia funzionato bene nel 2020. Poi la pandemia (corona) ha rovinato tutto. Assenza o mancanza di spettatori, hanno perso molti soldi, quindi la casa madre (Bridgepoint) ha fatto pressioni sulla Dorna. Fu allora che Dorna prese decisioni avventate invece di parlarne e ragionarci sopra. Secondo me avevano due scelte: o hanno assunto due manager come ha fatto F1 (ad esempio un Davide Brivio ed esperto di marketing), oppure hanno scelto un percorso più familiare. Hanno scelto quest’ultimo, ovviamente ne hanno tutto il diritto, ma i primi segnali non sono molto positivi, perché invece di attrarre professionisti, Carmelo Ezpeleta ha preso alcuni parenti. Non molto intelligente secondo me. Perché penso che sia molto pericoloso, è un campionato del mondo, alcune decisioni devono essere prese al momento giusto e con le persone giuste. Ad esempio, la decisione di organizzare le gare Sprint nel 2023 è stata presa senza discuterne con i piloti e nemmeno con le Case. Mi è incomprensibile. Con tutti i problemi che ne derivano, perché se ci sono le gare Sprint, ci devono essere anche i bonus per i piloti, per esempio, e le squadre e le case produttrici spenderanno molti più soldi in premi assicurativi, tra gli altri. Avrebbero potuto farlo nello stesso modo in cui hanno fatto in F1 inizialmente iniziando con quattro o cinque gare nel corso della stagione per vedere come va. A mio parere, l’attuale decisione che è stata presa non ha senso.
Il calo delle vendite di biglietti è un segnale preoccupante? Quali sono le ragioni?
Carlo Pernato: “La Dorna non se l’è cavata bene dopo l’era Valentino Rossi. Dopo un periodo così credo che qualcosa si debba fare. In ogni caso bisogna capire qual è stato il problema, invece è stato, secondo me, seriamente sottovalutato da l’organizzazione spagnola. Al Mugello, ad esempio, dove la scorsa stagione la vendita dei biglietti è stata spettacolare, Valentino Rossi è stato nominato MotoGP Legend. Ma secondo me non si può fare questo con una presentazione di circa 20 minuti nel media center. A tale una volta, avresti dovuto invitare tutti i tifosi di Rossi, fargli fare qualche giro con il loro eroe sotto sorveglianza, organizzare una parata con tutti i suoi colleghi piloti… devi fare cose del genere in modo completamente diverso. Finita l’era Valentino servono altri personaggi e bisogna lavorarci sopra con un buon piano di marketing.
Fortunatamente per l’Italia, la Ducati era lì nel 2022 con Pecco Bagnaia, che ha creato l’entusiasmo necessario, ha alimentato i media italiani e improvvisamente il motorsport è tornato nelle notizie in Italia. Ma non è questo il modo di trattare… La Dorna deve fissare dei limiti di prezzo, cercare di portare la gente in pista da giovedì, convincere i tifosi a parlare con i piloti. Se un’era finisce e tu no, ti sbagli e sei frainteso.
Le gare Sprint daranno una nuova spinta al campionato MotoGP in termini di intrattenimento o sarà un atto di fede?
Carlo Pernato: “Le gare sprint non sono la soluzione secondo me, non vedo come possano essere sfruttate. Sì, porta gente il sabato. Ma visto che si fa la gara di sabato, è quasi necessario che le televisioni che hanno acquistato i diritti TV la trasmettano su un canale in chiaro, promuovendo così la gara di domenica. I piloti gareggeranno anche nelle gare Sprint, fanno più giri in un fine settimana e rischiano cadute che potrebbero far saltare la gara di domenica. Queste sono tutte cose che devono essere adeguatamente valutate e qui c’è un ruolo chiaro per la FIM, ma invece di battere i pugni sul tavolo scelgono di non arrendersi e cercare di mantenere la pace. Un buon esempio sono le recenti dichiarazioni di Jorge Viegas sull’ovvio passaggio da VR46 Racing a Yamaha nel 2024. Questa è pura assurdità e un buon esempio di puro dilettantismo nel nostro sport, non so cosa dire.
Lei è anche manager di Enea Bastianini, come sta durante questa pausa invernale ora che sarà attivo nel team ufficiale Ducati MotoGP la prossima stagione?
Carlo Pernato: “Se ti trovi in un team ufficiale ufficiale e hai raggiunto un traguardo importante, ovviamente non vedi l’ora di iniziare. Si è visto già durante i test MotoGP a Valencia che era completamente nel suo elemento, ha sempre sognato di essere in grado di correre nel team Ducati ufficiale, se lo sarebbe anche meritato secondo me dopo aver vinto quattro gare in MotoGP, ma ora l’obiettivo è diventare campione del mondo, ma per riuscirci deve prima battere il suo compagno di squadra e attuale campione del mondo Pecco, come per quanto mi riguarda sarà un grande campionato e sono sicuro che Enea sarà in lotta per il titolo, il che non significa che vincerà il titolo.
Forse Bagnaia-Bastianini sarà l’ancora di salvezza della MotoGP…
Carlo Pernato: “Chissà, ma spero anche che torni Marquez, anche se con la Honda attuale è difficile. Non può portare solo il cross Honda… E poi c’è anche la Yamaha con Quartararo, ma la Ducati ha chiaramente riacceso il fuoco dei motori lo scorso stagione Bagnaia giocherà un ruolo nel Campionato anche nel 2023. Ma come detto prima servono caratteri nel nostro sport come in tutti gli sport individuali, se hai un carattere così tirano tutti, se non hai un carattere così … Dimenticalo.
Chi è Carlo Pernato?
Figlio di un dirigente dell’AGIP di Genova, Pernat – dopo aver fallito gli studi di economia e commercio e aver lavorato per un breve periodo di tre mesi presso la sede dell’AGIP a Roma – entra nel mondo del motociclismo entrando in Piaggio per lavorare nella reparto analisi e marketing, prima di essere trasferito all’ufficio stampa e pubbliche relazioni.
Nel 1979, dopo l’acquisizione del marchio Gilera da parte della Piaggio, viene nominato responsabile del reparto corse fuoristrada del marchio. Durante la sua esperienza con il marchio di Arcore conosce l’ingegnere olandese Jan Witteveen, con il quale inizia un sodalizio ventennale che lo porterà poi alla Cagiva e poi all’Aprilia.
Dal 1984 al 1990 ha lavorato in Cagiva come direttore generale delle attività sportive sotto la diretta supervisione della famiglia Castiglioni, dove ha vinto i primi due titoli mondiali di motocross nel 1985 e nel 1986.
Nel 1990, sotto la forte pressione di Ivano Beggio, passa in Aprilia, dove scopre piloti del calibro di Valentino Rossi, Max Biaggi, Alessandro Gramigni e Roberto Locatelli.
Terminata nel 1998 la sua esperienza come capotecnico del reparto corse Aprilia, è rimasto nel mondo del motorsport gestendo, tra gli altri, Loris Capirossi, Andrea Iannone, Tony Arbolino, Enea Bastianini e Niccolò Canepa.
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