Questo capodanno è uno choc per gli italiani: alla pompa improvvisamente devono pagare più di 1,80 per litro di benzina e circa 1,85 per il gasolio. Alla fine dello scorso anno, i carburanti costavano in media due centesimi in meno. Molti utenti della strada sono stufi. Inveiscono sui social media e alla radio contro i gestori di stazioni di servizio “ladri” e “fraudolenti”.
Ora, la Guardia di Finanza italiana ha infatti più volte dimostrato quanto possano essere furbi i gestori di distributori di benzina. Alcuni ingannano i loro clienti regolando le loro pompe in modo che non sputino un litro intero, ma un po’ meno.
Sconto andato
Ma gli attuali aumenti dei prezzi non hanno nulla a che fare con questo. Il motivo è che il governo del premier Giorgia Meloni non ha prorogato la riduzione delle accise su benzina e gasolio introdotta dal precedente governo nel 2022 a causa dell’elevato prezzo del petrolio. Lo sconto è scomparso il 1 gennaio. Per questo gli automobilisti pagano ancora una volta un prezzo elevato: oltre il 50% del prezzo alla pompa va all’Erario sotto forma di accise e IVA.
Tuttavia, la comunicazione dell’azienda su questo è stata decisamente confusa. Ad esempio, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini sa dei prezzi più alti per i “proprietari speculativi dei distributori di benzina”. Per motivi non chiari, molti italiani hanno appreso che benzina e gasolio sono improvvisamente molto più costosi perché il governo avrebbe aumentato le accise, anche se in realtà è scaduto solo un regime che non si applica e che è temporaneamente scaduto.
Olio sul fuoco
L’opposizione ha gettato benzina sul fuoco scovando un video della campagna elettorale del 2019 della Meloni in cui lei sbuffa, seduta in macchina: “Se fai il pieno a 50 euro, 35 di questi vanno allo Stato! Vergogna! Voglio abolire questa accise!
Per calmare gli animi, la scorsa settimana il presidente del Consiglio ha dovuto spiegare ai principali telegiornali che “il mondo è cambiato dal 2019” e che non può più ammortizzare le accise perché costano troppi miliardi. Inoltre, martedì scorso il suo governo ha richiesto ai proprietari delle stazioni di servizio di elencare i prezzi medi nazionali della benzina insieme ai propri prezzi.
Potrebbe avere un effetto calmante sull’elettore di rifornimento, ma ha spinto i 22.000 proprietari di distributori di benzina nel boom. Dicono di sentirsi umiliati dal governo e stanchi dei continui insulti da parte dei clienti. Se la Meloni non chiarirà entro due settimane che non sono i benzinai ma lei e il suo gabinetto a far salire i prezzi della benzina, scioperano per due giorni.
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I commercianti italiani che amano la contabilità creativa saranno contenti del loro nuovo governo. Perché Giorgia Meloni e il suo gabinetto nazionalista di destra vogliono eliminare la possibilità di poter sempre pagare importi inferiori elettronicamente.
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