Giovedì, il presidente francese Emmanuel Macron riconosciuto per la prima volta la responsabilità della Francia nel genocidio del 1994 in Ruanda contro la minoranza tutsi. Durante una visita alla capitale ruandese Kigali, per commemorare le vittime del genocidio, Macron ha dichiarato che la Francia “ha fatto prevalere per troppo tempo il silenzio sull’esame della verità”, aggiungendo però che “non era un complice” al genocidio, poiché ha sempre sostenuto il presidente ruandese Paul Kagame.
Il genocidio è avvenuto 100 giorni dopo che l’aereo che trasportava il presidente del Ruanda, Juvénal Habyarimana, e il presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira, entrambi di etnia hutu, furono colpiti da due razzi il 6 aprile 1994, atterrando a Kigali. Nessuno è stato salvato. Poche ore dopo, sono iniziati massacri sanguinosi e indiscriminati contro la minoranza tutsi, ritenuta responsabile dell’attacco. Si stima che dal 7 aprile alla metà di luglio 1994 siano state uccise almeno 800.000 persone, ci furono decine di migliaia di stupri e bambini arruolati come soldati.
Il Ruanda accusa da anni le truppe francesi di aver partecipato al massacro dei tutsi. La Francia all’epoca aveva stretti legami con il regime di Habyarimana e aveva fornito armi alle milizie che in seguito divennero responsabili del genocidio.
– Leggi anche: Il giorno in cui è iniziato il genocidio in Ruanda
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