Il segreto della materia oscura è l’esistenza di una quinta dimensione

Il Modello Standard contiene tutte le conoscenze in fisica accettate e ampiamente verificate dalla comunità scientifica. Tuttavia, sono molti i fenomeni che richiedono nuove teorie per essere spiegate, non ancora pienamente confermate.

Esistono alcuni esempi di teorie ancora “non ufficiali” teoria delle oscillazioni dei neutrini e la teoria delle stringhe, che tenta di incorporare la grammatica della fisica quantistica nella teoria della relatività generale di Einstein.

Un altro esempio importante è dato dalle teorie sulla materia oscura. Di recente, fisici teorici accademici Johannes gutenberg di Mainz hanno esposto, in un articolo pubblicato sul European Physical Journal C, una nuova teoria che si occupa delle gerarchie di massa delle particelle elementari eesistenza della materia oscura.

La teoria si basa su un’idea del 1920 di Theodor Kaluza e Oskar Klein che ce ne sia una quinta dimensione dove la forza gravitazionale e la forza elettromagnetica coincidono. Questa dimensione, a differenza delle tre dimensioni spaziali e della dimensione temporale, non sarebbe percepibile dai nostri sensi.

Estendendo le equazioni della fisica a questa quinta dimensione, il gruppo ha predetto ilesistenza di una nuova particella, un bosone con proprietà simili al famoso bosone su Higgs (estremamente menzionato in Death Stranding), ma con una massa così elevata da non poter essere nemmeno creata all’interno del più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (LHC) al CERN di Ginevra. In generale, il ruolo dei bosoni è quello di trasmettere (“mediare”) forze: questa nuova particella avrebbe il ruolo di mediare una nuova forza, che agirebbe tra la materia visibile del nostro universo e la misteriosa materia oscura.

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La teoria sembra persino in grado di spiegare l’incredibile abbondanza di materia oscura che dovrebbe esistere nel nostro universo. La nuova particella potrebbe quindi essere misurata sperimentalmente durante lo studio della materia oscura, senza dover attendere un upgrade dei moderni acceleratori di particelle per raggiungere le altissime energie richieste. Basti pensare che la misura del bosone di Higgs, teorizzata da Peter Higgs e François Englert nel 1964, è avvenuta solo quarantotto anni dopo, nel 2012. E poi è stata subito Premio Nobel.

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