Il significato delle frasi che Maradona voleva che fossero scritte sulla sua tomba

Diego Armando Maradona è è morto il 25 novembre. Il lungo addio dell’ex Pibe de Oro è stato segnato dalla cerimonia pubblica, con l’esposizione della bara nel Camera mortuaria installato all’interno della Casa Rosada, poi dai funerali svolti in privato presso il Bella Vista Garden Cemetery dove è avvenuta la sepoltura. Solo una trentina di persone, rigorosamente selezionate dalla famiglia, hanno partecipato al rito per dare l’ultimo saluto alle spoglie dell’ex campione.

Fu una giornata molto dura, caratterizzata dal dolore e dall’angoscia del popolo argentino che credeva che il “ dio ” che aveva regalato al Paese i successi più belli ed emozionanti fosse immortale (della vittoria contro ‘L’Inghilterra alla conquista del Mondiale in Messico); Rivolte perché nessuno voleva rinunciare a sfilare davanti alla bara dell’ex calciatore; dalla rabbia dell’ex fidanzata, Rocio Oliva, tenuto a bada dalle figlie e dall’ex moglie di Diego, Claudia Villafane. E oggi grida vendetta, pronto a combattere per un pezzo di patrimonio e patrimonio.

Gol e imprese divine, il calcio era tutto, nel bene e nel male, per el Diez. Ecco perché voleva una frase speciale sulla sua tomba, poche parole che spiegassero cosa significava per lui questa disciplina. Cosa significava il ragazzo di Villa Fiorito, che gocciolava arance, per avere il mondo intero chiuso in una sfera di cuoio con il resto della vita che gli girava intorno.

“Grazie alla palla”, ecco l’incisione che Maradona ha voluto che ci fosse sulla lapide davanti alla quale ha incontrato una dozzina di ex compagni di squadra di questa grande avventura globale in Messico. Lo aveva ammesso già nel 2005, durante la puntata dello spettacolo La Noche del Diez quando – seduto sul palco davanti a tutto il pubblico – raccontava a cuore aperto il bene e il male della sua vita. Senza nascondere nulla. Non l’ha mai fatto.

Il calcio è lo sport che mi ha dato più gioia, più libertà – ha detto poi Maradona -. Per me è stato come toccare il cielo con la mano. Grazie alla palla. Lo scriverei sulla lapide.

E così è stato. Ma c’è ancora un’altra iscrizione accanto a quella che corrisponde agli ultimi desideri del vecchio Pibe. “Ci manchi”, è la dedica all’ex calciatore che, il 30 ottobre, in occasione del suo ultimo compleanno prima dell’operazione alla testa e del peggioramento del suo stato di salute, aveva aggiunto nell’epigrafe: “Il calcio mi ha dato tutto quello che ho, più di quanto immaginassi. Sarò per sempre grato ai tifosi”.. Chi ama i Dieci non dimentica. Ecco perché ci “manchi”.

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