il vicolo cieco preoccupa il Quirinale

Audit governativo, rimpasto

Brindisi di Natale da Renzi con i suoi senatori è stata quasi una dichiarazione di guerra: “Preparatevi, gennaio sarà un mese importante. Vediamo se arrivano le risposte giuste … ”. L’ex premier mantiene alta la tensione, “L’Italia viva non deve restare a tutti i costi – esordisce – siamo fedeli ma se le cose che proponiamo non vanno bene, partiamo”. Il tempo dei chiarimenti è fissato per l’Epifania, ma entro fine anno c’è una manovra da approvare, con scadenze sempre più serrate e numeri sempre più serrati. Per questo Colle è preoccupato per abbandoni e fibrillazioni, con il rischio di ripercussioni sulla legge finanziaria.

Preoccupato anche il Pd, che segue Renzi nella sostanza ma non nel metodo, perché – tale è la tesi – le sue lacrime hanno nuovamente fatto sparire il patto legislativo. E anche il Movimento 5 Stelle è preoccupato e temuto per le sue battaglie, dal superbonus al no al Mes, ei grillini hanno inviato al presidente del Consiglio il messaggio di non cedere a ricatti e diktat. Il primo Racconto farà fatica a uscirne. Con Renzi, durante l’incontro di due giorni fa a Palazzo Chigi, si è parlato faccia a faccia per cinque minuti. “Avresti potuto risolvere questa situazione prima. Senza svolta, non ci siamo ”, l’ultimatum del senatore de Rignano.

Ecco la svolta. La prima tappa potrebbe svolgersi al Cdm il 28 dicembre o all’inizio dell’anno. Con il progetto di ripresa sul tavolo del governo. Zingari insiste: “Questa è l’occasione per un nuovo patto italiano. Non possiamo fallire, solo egoismo, miopia e astuzia ”. Il presidente del Consiglio, partendo dal principio che “una struttura serve”, è pronto ad aprire una sala di controllo politica allargata agli altri ministri, indebolendo i tecnici e gli esecutivi (nessuno escluso) e passando dal Parlamento in ogni fase dei progetti. Forse usando il piano di salvataggio per ingrandire la cabina di pilotaggio.

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E rivisita la struttura esecutiva. Un sottosegretario del Mef e un viceministro dell’Assemblea ad Iv e un rappresentante del Pd (Orlando) come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri accanto a Fraccaro. Ma l’imperativo è non rinunciare alla delega sui servizi (anche se renziani e dem si rivolgono ad almeno un tecnico equidistante dall’affittuario di Palazzo Chigi). Insomma, un mini-rimpasto, anche perché per cambiare completamente la squadra sarebbe necessario passare per un nuovo Parlamento di fiducia. “Con piccoli aggiustamenti e vecchie logiche blocchiamo la ripresa”, spiega una fonte di Renz.

E ‘quindi ancora muro a muro, anche se il Primo Ministro è aperto al confronto e vedrà i leader della maggioranza in un nuovo vertice. Italia viva punta infatti a un nuovo governo. Potrebbe ancora essere guidato da Racconto ma – questo è il contributo – dovrà essere più politico. Fino ad ora, però, il Presidente del Consiglio si è sempre frenato sull’ipotesi della nomina di Vicepresidenti, con al suo interno i vertici del fronte giallorosso (Orlando e non Zingaretti per il Pd, Rosato o Boschi e non Renzi per Iv e Di Maio per la M5). Count ter è un percorso suggerito anche da Dem Orlando, ma “insidioso perché una crisi, quando si apre, non sappiamo come va a finire”. “Non abbiamo paura del voto. Non siamo attaccati alle sedie ”, osserva il leader politico M5s Crimi.

In una situazione di caos, gli appelli di Colle per evitare una crisi nel buio risuonano ancora. Il presidente della Repubblica Mattarella non interviene, ma chiede da tempo per calmare gli animi. E mentre Zingaretti chiede l’apertura di una nuova fase, il presidente di IV, Rosato, dopo un incontro di quaranta minuti con Conte a Palazzo Chigi (“Era l’ora di un corso universitario”, riassume il ministro la Famiglia, Bonetti) è chiaro: “Non teniamo in vita questo governo se non fa niente”. Concetti ribaditi anche al Presidente del Consiglio che tenterà la via della sintesi. O la sfida a IV in Parlamento per vedere a chi gli toglie la fiducia.

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Ultimo aggiornamento: 00:25


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