Inter, l’insulto di Juric non ha sorpreso Inzaghi. Nuova missione all’orizzonte

L’ultimo capitolo della straordinaria 2021 diInter è forse meno brillante di altri, ma non per questo meno prezioso. La squadra di Simone Inzaghi si ritrova pragmatica di fronte a un avversario difficile da domare, che si è presentato al Meazza con l’intenzione di abbassare il baricentro dei nerazzurri, ostacolandone il possesso palla e costringendoli a giocare una partita diversa dal solito. . Juric ha offerto una pressione a tutto tondo per non graffiare nel corso dei minuti, nonostante il lato negativo. Ammirazione zero. Una sorta di affronto al campione italiano che in qualche modo lo ha premiato: la sua squadra è stata in partita fino alla fine e comunque è tornata a casa con la consapevolezza di aver giocato un’ottima partita.

La dimostrazione di forza e maturità dei nerazzurri è un altro messaggio inviato agli avversari. Questo gruppo, anche in difficoltà, non perde né chiarezza né certezza. La fortunata eredità lasciata da Antonio Conte è stata giustamente sottolineata, ma i mesi passano e la squadra che si proietta con rinnovata ambizione nel futuro porta il segno del suo attuale allenatore.

Inzaghi ha navigato coraggiosamente nel vento contrario di questa estate, portando la nave in acque forse ancora più limpide del previsto. Ieri ha letto perfettamente la partita, limitando il rischio nelle zone critiche e spingendo i suoi giocatori a tiri che di solito non fanno parte del repertorio della squadra. Ci voleva qualcosa di diverso per affrontare una delle squadre più dure del campionato. I fogli puliti si sommano, così fanno le reti. Tra gennaio e febbraio ci saranno gli agguati del “generale inverno”, ma ad Appiano c’è tutto per far fronte a qualsiasi evenienza.

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Nel corso delle settimane Inzaghi ha collezionato anche due preziose wild card come Dumfries e Sanchez. Le alternative si moltiplicano e questo non può che piacere al tecnico. Sapeva coinvolgerli, stimolarli e aspettarli. L’olandese contro la Juventus ha toccato il punto più basso della sua esperienza italiana, ma dopo appena due mesi è un giocatore completamente diverso. La prova di Torino contro gli altri attesta la volontà di rimettere in discussione le gerarchie quando Darmian si renderà nuovamente disponibile. Il cileno, dal canto suo, ha permesso al reparto avanzato di assorbire i tanti combattimenti serrati, nonostante l’assenza di Correa. La manna dal cielo in una fila di gare così importanti. Le sfide adesso per Inzaghi non mancano: ripetersi con Sensi, per esempio. L’ex Sassuolo per caratteristiche potrebbe essere l’unico che può prendere il posto di Brozovic. Respirare croato è un lusso che l’Inter non si è mai potuta permettere fino ad ora.

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