Juve-Napoli, i duelli di una partita che vale tutto

Doveva giocare a ottobre, è finito in tribunale e riappare a Torino nel momento più delicato. Abbiamo letto il gioco in quattro duelli

Luca Bianchin

Mimmo Malfitano

Nell’ora più strana, le 18:45 di mercoledì, la partita più importante di questa Serie A di inizio aprile. Juve-Napoli può guidare la lotta di Champions League che, con l’Inter in corsa per la vittoria, è la micro-storia più interessante che il campionato abbia ancora da raccontare. Il gioco mescola passato, presente e futuro. Il passato è nel legame tra Pirlo e Gattuso, due allenatori che hanno condiviso tutto tra club e nazionale. Il premio è in classifica: 56 punti ciascuno. L’Atalanta, che guarda dal divano, ha 58 anni. Il futuro è nelle sorti dei due allenatori, perché – anche se i club hanno motivo di confermarli entrambi – ritrovare Pirlo e Gattuso in un’altra Juve-Napoli, ad agosto o poi sarebbe alquanto sorprendente. Accanto a tutto questo, fortunatamente, c’è il calcio. Ronaldo, Insigne, Chiesa, Mertens, il ritorno di Dybala, Fabian Ruiz … In mezzo a tanta tensione, c’è la possibilità che tu ti diverta.

CR7-Mertens, domande sul fascicolo

Sai quale squadra ha avuto l’attacco più basso in Europa durante il weekend di Pasqua? Napoli. Chi pensa che contro la Juve, la squadra europea taglia XS non sia fattibile, si rassegna: stasera Gattuso tornerà a scendere. Nessuna partita di Osimhen, Lozano, Mertens e Insignia. Dries in particolare è la risposta azzurra a Ronaldo, uno dei pochi giocatori di serie A che ha almeno un certo numero di impatto per andare contro gli infiniti record di CR7. Mertens ha segnato 134 gol per il Napoli, più di Maradona, e anche così sarà ricordato dalla città. Per stasera, invece, ha vinto la sua sfida personale con Osimhen. Gattuso, che aveva inventato il 4-2-3-1 per farli coesistere, ha preso atto dell’essenzialità di Zielinski e ha scelto tra i due. Questa volta, dentro Mertens, che garantisce una maggiore incisività davanti all’obiettivo e più qualità. L’attacco della Juve guarda tutti 20 centimetri più in alto. Ronaldo e Morata sono molto più alti e possono andare in porta in cento modi diversi, dall’uno-due ai cross. Il problema è che Morata sta attraversando un periodo grigio e Ronaldo non sempre risolve le equazioni più complesse per tutti. Con il Porto non ci è riuscito. Con il Toro, in parte. La Juve però ha iniziato con Cristiano da tre anni e stasera sarà la stessa. CR7 ha sicuramente un futuro incerto, ma ha segnato tre degli ultimi quattro gol della Juve in Serie A, 24 su 56 in questa stagione. Quando è necessario un obiettivo, di solito si materializza. E ora nessuno ha più bisogno delle certezze della Juve.

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Da Ligt-Koulibaly, che giganti

Avranno abilità diverse. Da un lato, Matthijs De Ligt dovrà contrastare la velocità e la velocità di Mertens. D’altra parte, Kalidou Koulibaly dovrà assicurarsi di limitare Morata e Ronaldo. Per i due difensori sarà una serata di tensione: servirà la giusta concentrazione per evitare sorprese. Hanno alcune caratteristiche in comune, in particolare la potenza e una fisicità che spesso permette di imporsi nei contrasti e nelle anticipazioni. La forza, ovviamente, ma anche l’elevazione, quel gioco di testa che li differenzia sui palloni inattivi, pro e contro, quando salteranno in mezzo all’area di rigore. Non a caso l’unico successo del Napoli all’Allianz Stadium, campionato 2017-18, è arrivato proprio da un distaccamento del difensore senegalese, al 90 ‘. Il suo ritorno è fondamentale, quando non c’è difesa perde il punto di riferimento, come è successo contro il Crotone. De Ligt avrà al suo fianco Giorgio Chiellini, un buon mix di giovinezza ed esperienza per cercare di tenere a bada gli elfi napoletani. La velocità e la prontezza di Insigne, Mertens e Lozano è l’unica soluzione per prevalere sui colossi della Juventus. De Ligt invece non si sta divertendo molto, contro il Benevento in particolare è stato deludente. Contro il Napoli, il nazionale olandese ha esordito in Serie A con la Juve il 31 agosto 2019: è stato un inizio entusiasmante, con una delle sue peggiori partite degli ultimi anni. Si è ripreso rapidamente.

Testa Chiellini, Distintivo Cuore

Il sentimento di appartenenza peserà pesantemente in questa Juve-Napoli ad alta tensione. Giorgio Chiellini è il simbolo della Juventus, insieme a Gigi Buffon. Quest’anno ha iniziato la sedicesima stagione della Juventus, che potrebbe essere l’ultima. Avrebbe voluto un finale diverso (la Champions …) invece, deve lottare per non scivolare in Europa League. Bonucci è assente per Covid ma Pirlo si sarebbe comunque affidato a Chiellini: troppo importante per l’attenzione e l’impatto emotivo sulla squadra. L’impatto emotivo è importante anche per Lorenzo Insigne. Gennaio è un po ‘più che alle spalle, come il rigore sbagliato nella finale di Supercoppa Italiana al Mapei di Reggio Emilia. Sì, va bene, il capitano del Napoli lo aveva già beccato a febbraio 1-0 in campionato, a Maradona, trasformando il rigore concesso per il fallo di Chiellini su Rrahmani. Ma Insigne vuole il momento della gloria personale. E battere la Juve, nel suo stesso stadio, con uno dei suoi gol, sarebbe per lui l’apoteosi. Le responsabilità di entrambi sono pesanti, così come l’onere di responsabilità che la fascia da capitano comporta per loro. In nazionale è diverso. Chiellini è un capitano diverso – alla Juve ha anche un filo diretto con la società – e Insigne ha meno pressione ma la stessa qualità, che garantisce da mesi. Un contributo prezioso, per il Napoli e per Roberto Mancini.

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Allenatori

Avril una volta aveva il profumo delle campagne di conquista. Andrea e Rino, amici della maglia, hanno girato l’Europa in cerca di trofei. Il disastro è stato un’eccezione: Deportivo La Coruna-Milan 4-0, 7 aprile come oggi. La regola era trionfo: il 3-2 all’Ajax visto dagli spalti, il derby dei campioni con l’Inter nel 2005, il 2-0 a Monaco contro il Bayern nel 2007. La vita però ha le sue stagioni e questo mese di aprile per Andrea Pirlo e Rino Gattuso è diverso: si combatte comunque – per una cosa o per l’altra, in questo mondo si combatte sempre – ma è una battaglia difensiva. Pirlo stasera si gioca un pezzo di futuro e questo sembra eccessivo, perché in poche attività come il calcio 90 minuti possono determinare una carriera. Andrea Agnelli vorrebbe continuare con lui e la società ha sempre garantito: noi con Pirlo si continua. Il calcio, però, a volte non lascia scelta e quindi, in caso di sconfitta, non si può escludere il clamoroso cambio in panchina per subire lo shock salvavita dei Champions.

Pirlo, Max e Agnelli

Pirlo è rimasto calmo durante la conferenza stampa di ieri e non è una sorpresa: è quasi sempre così: “L’incontro tra Agnelli e Allegri sabato? Sono stato avvertito dallo stesso presidente – ha detto – È normale che possa esserci perché il calcio è uno cosa, ma l’amicizia resta. È come se stessi andando a cena con Maldini … “. E ancora: “Ho contatti quotidiani con il presidente. Sono consapevole della sua fiducia, quindi è normale che i risultati cambino il lavoro degli allenatori. Starà a me dimostrare che allora posso allenare la Juventus”. . Hai ragione: il futuro è nelle tue mani ma al termine di una stagione così, piena di partite deludenti, Pirlo può davvero contare sul carattere di una squadra che tante volte è sembrata fragile, discontinua, distratta??

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Il paradosso a Napoli

Pirlo, come tutti gli allenatori, dipende dai suoi giocatori e ieri ha mandato messaggi positivi a chi è più in difficoltà, a cominciare da Kulusevski e Szczesny. Il messaggio più avvelenato, invece, è andato al Napoli: “I nostri giocatori Covid-positivi? Faremo come abbiamo sempre fatto. Ci presenteremo sul campo ”. SMS a De Laurentiis. A proposito di DeLa, nelle ultime sei partite di Serie A, il suo Gattuso ha messo a segno 5 vittorie (tra Milan e Roma) e un pareggio (Sassuolo). Il Napoli ha conquistato il quarto posto e, ritrovati i padroni di casa, la squadra ha ripreso a giocare, confermando un po ‘le lamentele del tecnico a gennaio e febbraio quando era sul punto di essere esonerato. Il silenzio della stampa gli impedisce di esprimere il suo punto di vista sul momento del Napoli, ma Gattuso sa bene che la posizione del presidente, nei suoi confronti, non è cambiata. Il futuro napoletano di Rino è fortemente messo in discussione, anche se non del tutto compromesso in quanto De Laurentiis è un presidente che rivede spesso le sue decisioni. Al di là di quello che pensa però c’è la volontà dell’allenatore che, per il momento, non sembra considerare l’eventuale rinnovo del contratto. In questo mese di aprile niente e nessuno è tranquillo.

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