Juve-Napoli, i motivi gettano ombra “coni” su una storia che segna un precedente. Ciò che sfugge a Gravina. Non beviamo l’ultima versione napoletana. Attenzione ai sondaggi “dimenticati”: sorprese a fine stagione?

Se vuoi, parliamo “anche” del successo di Pirlo alla Juventus al Meazza. Chi ha certificato come il cuore dei campioni d’Italia, batte ancora. E come il funerale di Madame era stato celebrato prematuramente. Se vuoi, parliamo della grande prestazione di Federico Chiesa, ovvero dei soggetti di Irrati (“miglior varista del mondo” secondo l’ex arbitro Casarin) che meglio stare sul monitor, visto che in campo (e su entrambi i fronti) ha combinato da ciascuno. Se vuoi, parliamo del Flying Texan, l’intuizione (vincente) di Fabio Paratici. Se vuoi, parliamo di Ronaldo che si è seccato. Ma allora bisognerebbe parlare anche delle (zero) palline giocabili in area di porta che il centrocampista gli ha consegnato. Se vuoi, parliamo dei pregi del Milan di Pioli. Se vuoi, parliamo di Giroud, Milik, Llorente, Pellè (non Quagliarella che ha spiegato di voler restare alla Samp), uno dei quali potrebbe presto approdare a Torino. Se vuoi, parliamo di Rovella, che arriverà sotto la talpa tra un anno, o di Scamacca che potrebbe arrivare a giugno. E se proprio vuoi, parliamo anche di Gosens (oggi probabilmente il miglior ala basso mancino del pianeta) che prenoterei al posto della Juventus per giugno. Se vuole, parliamo anche delle possibilità di un ritorno della Juve: ancora non ci credo. Per un dato statistico: la Juve è attualmente quarta. È vero che ha una gara in meno. È vero che ha vinto contro una squadra con 27 risultati utili consecutivi. È vero che ci sono ancora molte partite da giocare fino alla fine del torneo. Ma è anche vero che davanti a lui ne ha tre: i primi sette punti di distanza. I sei secondi. È possibile recuperare da un avversario. Su tre, sicuramente più complicato. Eppure la vittoria di Milano vale più di tre punti. Può diventare un messaggio per il resto del trailer. Un tarlo per minare le certezze dei rivali: la Juve è quella asfaltata in casa dalla Fiorentina o quella che vince al Meazza, con un mezzo servizio di Dybala, senza Morata e senza il solito bonus – il gol di Ronaldo?

READ  Milan-Roma 3-3: il capocannoniere di Ibrahimovic non basta a Pioli

Se vuoi, parliamo solo di questo. Fammi sapere.

Dico quello che penso dei motivi prodotti dal Collegio di Garanzia del Coni dopo la sentenza (sul ricorso di Napoli) resa il 22 dicembre. Il collegio spiega che da parte del Napoli non è stata riconosciuta malafede nel caso. Anzi: di aver osservato un comportamento di “piena coerenza con le disposizioni della normativa (sanitaria) vigente”. Tutto ruota attorno a due parole latine: Factum principis.

Mettiti la cintura: il resto è difficile.

“Da riconoscere – spiega il Collegio di Garanzia Coni – NON nella nota dell’Asl Napoli 2 del 4 ottobre 2020, MA nelle due note dell’Asl Napoli 1 del 3 ottobre 2020, la dinamica che ha spinto Napoli a non partire per Torino “. Per il Collegio non c’era responsabilità per il Napoli nel caso.

Quindi, il giudice d’appello Sandulli, scrivendo della “frode preordinata” del Napoli, deve essere stato colpito mezz’ora prima da un meteorite. Gravina lo caccerà fuori? Non lo farà, li ha definiti, i giudici dell’accusa, “bravi e professionali”. Ma Gravina, quindi, “si è arresa”. Impedire alla Federazione di poter presentare ricorso. Alcuni ritengono che Gravina vedesse come un pericoloso vulnus la possibilità che De Laurentiis alla fine ricorresse a Tar, e quindi a un forum extra sportivo come fece Gaucci ai suoi tempi. Non lo so. Ma faccio fatica a pensare che Gravina l’abbia fatto per restare “super partes”.

Il Coni ha disonorato l’operato di due magistrati in procura. Non mi scandalizza del lavoro del Napoli: ha fatto quello che era nel suo interesse. Ma non posso “bere” l’ultima versione della storia raccontata dal Napoli. E questo è il “contesto” in cui la storia era maturata all’epoca. I tanti contagiati con il Genoa sono andati (potenziale contagiatore) a giocare nel Napoli.

Chiarito? No. Perché ora, dopo le ragioni del Coni, per coerenza, la Federazione dovrebbe cambiare il protocollo che la stessa Federazione, Lega e Governo hanno firmato. Perché se è vero che fino ad ora solo l’ASL Napoli 1 si è rivelata una “principessa con il pisello”, è anche vero che (secondo il Coni) il parere dell’istituto sanitario è vincolante. nei confronti dell’atleta non vi è alcuna garanzia che entro la fine del campionato tutta l’ASL si comporterà come quelle di Torino e Milano e non come quella del Napoli.

READ  Lifehack: ecco come giochi ai giochi per console sul tuo telefono | Giochi

Ho paura che a Gravina manchino alcune cose. La prima: che c’era una (profonda) divisione tra un club e le altre 19 in Serie A. La seconda: che il procuratore federale da lui abbandonato, dopo essere stato massacrato dal Cuneo, ha perso credibilità. Come accettare, d’ora in poi, una sanzione, un verdetto dell’accusa sapendo che (secondo il Coni) questa “truffa preordinata” era una cazzata emerita? Dolo è una parola pesante. E non credo che il vocabolario di Gravina sia diverso dal mio. Se non ci fosse la “malizia”, ​​il Napoli ha il sacrosanto diritto di essere furioso. E forse per chiedere il risarcimento per la deturpazione perpetrata alla loro integrità. Il terzo è etico. Personalmente ho sempre voluto vedere giocare questa partita: non mi piacciono i risultati al tavolo, ma l’idea che il ‘caso’ del Napoli sia visto come un unicum (tollerato) all’insegna dello ‘scurdammoce o’ passato “è inammissibile.

Il Napoli era in buona fede? Verificato da Cuneo. Ma se il protocollo rimane invariato, il supporto è totale. Il calcio va salvato? Certo. Per salvarlo, facciamo finta che non sia successo niente? Il precedente firmato da Cuneo costituisce un precedente, qualcuno lo aveva dimenticato. Immergiti in una sorta di storia di Keller: “Quelli che volano sono pazzi. Coloro che sono pazzi possono essere esentati dalle missioni aeree. Chi chiede di essere esonerato dalle missioni non è pazzo: paragrafo 22 ”.

Loro fecero”. Hanno promesso di non farlo “chiù”, in caso di una situazione simile? Nessuno sa. Adesso? Si riprenderà a febbraio invertendo il calendario? Il “fallimento” Juventus – Napoli sarà giocato per primo al posto del previsto Napoli – Juventus che potrebbe essere spostato a maggio? Altre richieste? Sono gentile: non vado nei dettagli.

READ  Google lancia ufficialmente la funzione Android per bloccare le finestre di navigazione in incognito

Domanda: Ma la Procura federale ha chiuso o no l’inchiesta sui tamponi laziali? E a proposito della procura federale: come stanno andando le indagini sul caso Suarez? Silenzio nel cimitero.

Ce lo faranno sapere qualche giorno prima della fine del campionato: magari con squalifiche e punti di penalità? Capace.

E visto che siamo oggetto di indagini, la Federazione vuole sapere chi sono i proprietari delle società di calcio? In prima pagina “Il Giornale” interrogato sulla proprietà dell’Inter. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti spiega che Suning si è affidato ad Ali Baba, un colosso il cui fondatore, Jack Ma, critico del regime, è da tempo “scomparso”. Secondo Gian Micalessin, che firma il fondo, “il pacchetto di controllo dell’Inter è finito nelle mani di una controllata di Ali Baba”. E da quando Jack Ma è scomparso (scomparire in Cina non è sintomo di riservatezza), Micalessin ipotizza che “Ali Baba si sia trovato sotto l’ala dello Stato Parte e serva a imporre il cappio alle attività di Jindong Zhang (alias Suning). Tradotto: il proprietario dell’Inter potrebbe diventare lo Stato cinese. Dimentico le considerazioni economiche, politiche e sociali di Micalessin. La Federazione non pensa che queste domande (e altre) debbano? Perché anche i dirigenti campani di Cerchione e D’Avanzo, comproprietari (con Singer) del Milan, Rai 3 (programma “Report”) non li hanno trovati.

Due parole per i lettori: sono consapevole di aver scritto un enorme articolo che non dovrebbe mai essere scritto sul web. E quindi non ti voglio se non mi ricompensi questa settimana (come fai di solito) con le letture. Ma considero quello che ho scritto (buono o cattivo che ho fatto) come un dovere professionale. Farlo in 2000 bar sarebbe stato impossibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *