I Paesi Bassi voteranno a favore dell’introduzione di un euro digitale solo se non solo soddisfa i requisiti di privacy, ma presenta anche “chiari vantaggi”. Anche i Paesi Bassi sono aperti a una valuta digitale basata su token, scrive il ministro Kaag.
Il ministro delle finanze Sigrid Kaag discuterà dell’euro digitale la prossima settimana in una riunione dell’Eurogruppo e del Consiglio Ecofin. Nel il suo diario Kaag ha espresso le sue opinioni sull’euro digitale, un progetto di ricerca della Commissione europea e della Banca centrale europea. Kaag scrive che la CE vuole presentare agli Stati membri un disegno di legge sull’euro digitale nel secondo trimestre del 2023. Questa è la prima volta che viene menzionata una data così specifica. La legge determina immediatamente se verrà introdotta la valuta digitale e come sarà.
Kaag scrive che i Paesi Bassi voteranno a favore dell’introduzione solo a determinate condizioni. In primo luogo, devono esserci “chiari vantaggi per i consumatori, le imprese e l’economia in generale”. Inoltre, Kaag ritiene che “la riservatezza debba essere garantita”. Il ministro ha precedentemente richiesto, ma non viene mai ulteriormente specificato cosa dovrebbe significare in pratica questo requisito astratto. Ad esempio, Kaag vuole anche imporre come condizione che l’euro digitale “rispetti il quadro antiriciclaggio”, ma questo per definizione richiede una violazione della privacy. L’arbitrato tra questi due interessi rimane una delle principali incognite nell’evoluzione della valuta. Infine, Kaag vuole anche che l’euro digitale abbia “garanzie di stabilità finanziaria” e sia “programmabile”.
Anche su quest’ultimo il ministro non è chiaro. Un nuovo sorprendente sviluppo è che Kaag sta ora affermando che i Paesi Bassi sono aperti a una valuta basata su token. In precedenza, l’opinione prevalente sull’euro digitale era che sarebbe stata una valuta di conto, paragonabile a un conto bancario commerciale con trasferimento di denaro. Il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo devono votare sulla forma dell’euro.
Che cos’è l’euro digitale?
L’euro digitale non esiste ancora. Il progetto è ancora nella fase di ricerca della Banca Centrale Europea. Diversi paesi stanno già sperimentando le valute digitali della banca centrale. Si tratta di monete digitali emesse direttamente da una banca centrale, come i contanti. Questo denaro è l’opposto del denaro fiat, offerto dalle banche commerciali; quest’ultimo è un debito che una banca ha nei confronti di un correntista.
Con una valuta digitale, una banca centrale ha un’influenza diretta sui tassi di interesse
Le valute della banca centrale hanno il vantaggio che una banca centrale può influenzare direttamente il tasso di cambio alzando o abbassando i tassi di interesse. Le banche centrali vogliono anche che queste valute digitali mantengano il controllo sul settore finanziario, in cui le start-up fintech e le grandi aziende tecnologiche operano sempre più con sempre meno supervisione finanziaria. Ci sono anche molte critiche alla moneta della banca centrale, poiché non è chiaro fino a che punto i cittadini abbiano la privacy e quale influenza i governi possano esercitare sulla disponibilità di denaro e sui modelli di emissione.
Tweakers ha scritto l’anno scorso un articolo di approfondimento sull’euro digitale descrivendo come appare una tale valuta in termini pratici ed economici, perché le autorità centrali la vogliono e quali altri paesi ci stanno lavorando.
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