La battaglia di Biden per il diritto di voto contro il muro repubblicano – Corriere.it


WASHINGTON
– Il Le persone agiscono, la legge sul franchising dei Democratici con il pieno sostegno di Joe Biden non attraversa il muro repubblicano al Senato. una cocente sconfitta per il campo progressista e per il programma di riforma del presidente. Ma il problema fondamentale che potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. I repubblicani usano lo strumento di ostruzione, ostacolo fino alla fine, per paralizzare il dibattito parlamentare e sabotare i piani dell’amministrazione, dal controllo degli armamenti alle misure di stimolo economico.

Ho trovato queste manovre rivoltanti per bloccare la misura, ha detto Biden. E in serata, il vicepresidente Kamala Harris, visibilmente deluso, ha commentato davanti alle telecamere: La nostra battaglia non finisce qui. Dopo una giornata di aspre polemiche, lo schema ideato dal senatore Jeff Merkley ottenne i 50 voti dei Democratici, compreso il moderato Joe Manchin, ma non raggiunse la soglia degli anni ’60 necessaria per arrivare alla Camera dei Deputati, controllata dai Democratici, aveva approvato un serie di misure in risposta all’offensiva lanciata sul territorio dai repubblicani. Donald Trump, dopo aver perso le elezioni presidenziali del novembre 2020, ha spinto i conservatori ad approvare leggi statali che rendevano più difficile per le minoranze etniche l’accesso alle urne, a cominciare dagli afroamericani.


La serie è iniziata in Georgia e Arizona, i nuovi stati decisivi per la vittoria di Biden. Sono state introdotte regole che, tra l’altro, complicano il voto per corrispondenza. In alcuni casi, i vincoli sono semplicemente stupidi. In Georgia, tra l’altro, sarà ora vietato portare cibo o acqua alle persone in coda fuori dai seggi elettorali. L’ondata conservatrice del Sud si è rapidamente diffusa in gran parte del Paese: ora 14 Stati hanno adottato modelli simili. Il Texas potrebbe anche essere aggiunto in autunno. La reazione dei democratici è quindi iniziata con il Congresso di Washington, con la mobilitazione non solo della Casa Bianca, ma anche dell’ex presidente Barack Obama.

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Il provvedimento pagato ieri prevedeva l’ammodernamento delle procedure di voto e soprattutto numerose semplificazioni: dalla registrazione alla consegna delle schede, di persona o per posta. A questo punto c’è ancora una possibilità. Il senatore Joe Manchin, il più moderato dei democratici, proverà a negoziare un’altra formula che tenga conto di alcune richieste dei repubblicani. Ad esempio, prevedere che l’elettore sia sempre riconosciuto con un documento di identità. Obama ha accettato. Ma se anche l’iniziativa di Manchin non funziona, Biden ha già avvertito che affronterà apertamente la questione ostruzione. Concretamente dovrà convincere l’ala moderata (Manchin, Kyrsten Sinema e altri) a sostenere l’opzione nucleare: i senatori votano a maggioranza per porre fine all’ostruzione. I repubblicani hanno fatto questo quando hanno tenuto il Senato. Ora che sono in minoranza, parlano di un serio attacco alla democrazia.

22 giugno 2021 (modificato il 23 giugno 2021 | 01:55)

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