La Nina sarà forte, con effetti violenti sull’inverno

La stagione invernale 2020/2021 sarà un po ‘speciale. Sarà una bella dimostrazione di come l’oceano possa influenzare l’atmosfera, ma alcuni eventi oceanici possono avere impatti significativi sulla circolazione emisferica.

La fase fredda di ENSO sarà sicuramente l’elemento chiave nell’evoluzione meteorologica dei prossimi mesi. Abbiamo già discusso l’impatto che Ragazza forse sappiamo che il raffreddamento delle acque tropicali del Pacifico è iniziato in estate e dovrebbe continuare per tutto l’inverno. La fase La Nina raggiungerà un’intensità significativa al suo apice (anomalia termica prossima a -2 ° C) ma dovrebbe iniziare ad indebolirsi intorno alla primavera del 2021.

anomalie oceaniche
Le anomalie termiche oceaniche del 18 novembre: evidenti la Nina nel Pacifico

Una delle principali influenze di La Nina (o di qualsiasi altra fase ENSO) è il cambiamento nella corrente a getto, cioè il potente flusso d’aria (vento) a circa 8-11 km di altitudine. Scorre da ovest a est intorno all’emisfero settentrionale, influenzando i sistemi di pressione e la loro forza, plasmando così i modelli meteorologici.

Dopo aver attraversato il Canada e gli Stati Uniti, la corrente a getto viaggia attraverso l’Atlantico e ci sono diversi modi per farlo. Molto dipende dall’oscillazione dell’Artico e dai sistemi di pressione posti nell’Atlantico. È qui che La Nina perde forse la sua influenza diretta sull’Europa, quando le strutture bariques dell’Atlantico prendono il sopravvento.

Possono verificarsi due scenari: il primo vedrebbe la corrente a getto più a sud, il secondo vedrebbe una corrente a getto più forte a nord. In quest’ultimo caso, ci sarebbero più sistemi di bassa pressione e cattive condizioni meteorologiche per le isole britanniche e il Nord Europa. Una corrente a getto più debole e più a sud significherebbe una maggiore possibilità di focolai di freddo nel sud.

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La corrente a getto può fondersi / interagire con i sistemi dei cicloni atlantici e può farlo in diversi modi, contribuendo così a creare un’immagine barica decisamente variabile nel continente europeo. Il problema è che il risultato finale è molto più imprevedibile nell’area euro-atlantica che nel Nord America, dove l’influenza di La Nina è più diretta.

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