La pratica radicale di Hong Kong di risalire agli aspetti positivi

Negli ultimi dieci giorni, le autorità di Hong Kong hanno iniziato a isolare interi quartieri residenziali per contenere l’epidemia di coronavirus e rintracciare eventuali infetti. La pratica prevede che le forze dell’ordine isolino la zona individuata con un nastro, ad un tratto, e costringano le persone all’interno a sottoporsi a test per verificare la positività al coronavirus; la multa per chi non supera il test è di 5mila dollari di Hong Kong (circa 500 euro). martedì ha aggiunto il governo che la polizia potrà entrare negli appartamenti se pensa che ci sia qualcuno all’interno e gli occupanti verranno portati via con la forza.

La nuova pratica di polizia è stata oggetto di molte critiche, sia per l’interesse dell’opinione pubblica che per i costi. Inoltre, i risultati fino ad ora sono stati molto modesti: rispetto alle oltre 10.000 persone testate, i risultati positivi sono stati poco più di una dozzina.

Finora, le operazioni si sono svolte principalmente in quartieri densamente popolati con edifici vecchi, spesso sovraffollati. I blocchi sono durati uno o due giorni, durante i quali i residenti sono stati costretti a sottoporsi a test in strutture temporanee appositamente progettate. Secondo Custode, questi test “sweep” hanno diviso la popolazione tra chi li considerava inutili, addirittura “un disastro”, e chi si diceva piuttosto rassicurato dal fatto che si cercassero possibili nuovi contagiati.

I residenti di un quartiere di Kowloon si mettono in fila per sostenere il test (Anthony Kwan / Getty Images)

Come ha affermato James Trauer, capo dell’unità modelli epidemiologici della Monash University (Australia), la nuova pratica adottata dalle autorità di Hong Kong ha un’efficacia limitata, perché “isolando un blocco ed eseguendo i test, si ottiene una panoramica di chi è. contagioso a quel punto, ma poi c’è un periodo di incubazione “che di solito è solo di tre o quattro giorni, ma può durare fino a 14”.

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A Hong Kong dall’inizio dell’epidemia sono stati verificati 10.531 casi di coronavirus e 184 decessi, su una popolazione di 7,5 milioni di abitanti. Hong Kong sta affrontando quella che alcuni chiamano la “quarta ondata” di infezioni da coronavirus, dopo quelle di marzo, luglio e novembre 2020. Finora non sono state imposte regole rigide confinamento e sono state preferite dimensioni più morbide, come chiusure distanziamento alternativo e fisico. Nonostante la diminuzione di nuovi casi quotidiani dal 25 gennaio, il governo ha optato per un numero crescente di operazioni di isolamento e ricerca forzata.

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