La Roma esce a testa alta, la finale di Europa League è Manchester United-Villareal

ROMA. Nessun derby inglese per la conquista dell’Europa League: ad andare in finale sono stati quelli che avevano vinto l’andata, il Manchester United ha battuto 3-2 (ma forte di un 6-2) di Roma e Villareal che non solo bisogno di un 0-0 contro l’Arsenal. Gli spagnoli hanno difeso il risultato con le unghie e con i denti per 95 minuti, raggiungendo la loro prima finale europea in assoluto. Ci vediamo a Danzica, in Polonia, il 26 maggio.

La partita dell’Olimpico
Contro il Manchester United, dopo il 6-2 di tennis all’andata all’Old Trafford, alla Roma è stato chiesto di dare prova di un carattere degno, una partita giocata con determinazione e orgoglio, ma nessuno poteva immaginare che i giallorossi fossero capaci di spaventare. giocatori, avversari e sprecano dieci marcatori. La rimonta era impensabile, ma nel calcio non si sa mai. Infatti, come all’andata, i giallorossi si mordono le mani e, vittoria (3-2) a parte, mettono alle corde da inizio gli avversari che, pur con la qualificazione in tasca, fanno un brutto quarto d’ora. parte centrale nella ripresa, dopo il momentaneo 2-1 di Cristante. Anche la Roma ha sprecato stasera, il Manchester no: è cinico e spietato come all’andata; esce sconfitto all’Olimpico, dopo essere andato in vantaggio.

I Red Devils, in campo con un’insolita maglia bianconera, erano andati in vantaggio con Edinson Cavani, ma sono stati raggiunti da Dzeko. Nella ripresa, dopo il 2-1 di Cristante, Cavani ha ristabilito la parità, risultando una vera spina nel cuore della difesa giallorossa: raddoppio all’andata, replica al ritorno. Tutto è deciso da un giovanissimo: Zalewski, appena entrato. Ci sono somiglianze con la prima tappa: gli infortuni, prima di tutto. Fonseca ha perso il giorno prima Diawara e Villar, Smalling nel primo tempo e Bruno Peres nel secondo. È uno stillicidio di defezioni muscolari in casa giallorossa. Una vera maledizione. E poi, non ultime, le occasioni sprecate: impensabili, in partite così importanti, e in presenza di un avversario così quotato, da sprecare tanto.

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Ha usato il suo David De Gea, artefice di certi interventi miracolosi, ma anche gli attaccanti rom sono apparsi ancora una volta troppo imprecisi. Già nei primi 3 ‘la Roma costruisce due gol: il primo De Gea salva d’istinto su Mancini, sul corner successivo Mkhitaryan salta di testa su Pogba e manda a lato. Tuttavia, Roma è viva. Dopo Pellegrini e Pedro ci provano anche: palla alta. Al 20 ‘Cavani – colpevole lasciato solo in superficie – divora l’occasione più golosa, con un pallonetto che manda il pallone a scheggiare la traversa. Bravo Mirante per aver parato al solito Cavani al 26 ‘. Poi Smalling si ferma: è l’ennesima tappa di una stagione da dimenticare. Poco dopo la mezz’ora, tuttavia, Mkhitaryan non è riuscito a portarsi in vantaggio per 1-0. Al 34 ‘Dzeko viene bloccato in area, subentra Pellegrini che impegna De Gea.

La Roma perde, il Manchester United no: al 39 ‘Bruno Fernandes serve Fred, che lancia Cavani: questa volta il Matador non sbaglia e scivola 1-0. Mkhitaryan potrebbe pareggiare subito, ma De Gea ci sta ancora mettendo le mani sopra. Nella ripresa la Roma ha sempre impegnato De Gea, che è fuggito con mani, braccia, corpo, negando il gol almeno quattro volte. Un fenomeno abbracciato dalla dea bendata, la spagnola; Dzeko pareggia e Cristante porta in vantaggio i giallorossi con un superbo tiro obliquo. Cavani segna ancora, ma l’ultima chicca è la new entry Nicola Zalewski, classe 2002. Per lui e per la Roma, un salto nel futuro che vale il definitivo 3-2. In finale, invece, vanno gli inglesi.

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