La scoperta che riscrive la storia di Tikal, la città Maya più famosa del Guatemala

Tikal è la più grande delle antiche città Maya e le sue rovine sono una delle destinazioni turistiche più popolari del Guatemala, nonché un sito del patrimonio mondiale.

La sua storia è stata a lungo un mistero, antica e affascinante quanto la civiltà che rappresenta. Una delle poche certezze è sempre stata il giorno della sua “fine”: il 16 gennaio 378 gli stranieri arrivarono in città e, approfittando della morte del re, misero sul trono il figlio del conquistatore, appena sposato a una ragazza infelice. del re defunto.

Tutti concordano sul fatto che gli invasori stranieri provenissero da Teotihuacan, una metropoli a mille chilometri di distanza, vicino all’odierna Città del Messico, famosa per le sue imponenti piramidi. Oggi, tuttavia, gli archeologi hanno scoperto reliquie e architetture di Teotihuacan risalenti almeno a un secolo prima dell’invasione. Ma come è possibile?

L’ipotesi più attendibile è che Tikal era in effetti un avamposto di Teotihuacan e che l’invasione degli “stranieri” era solo il ritorno del legittimo re. Ciò rafforza l’idea che l’Impero di Teotihuacan sia nato da un’alleanza che è stata distrutta e potrebbe far luce sul momento cruciale in cui gli alleati divennero nemici.

La bellezza di Tikal, la più famosa città Maya del Guatemala

La scoperta arriva grazie a un’indagine geologica con lidar iniziata nel 2018, ma le indagini sono state ritardate dalla pandemia e l’annuncio è stato dato nei giorni scorsi da Edwin Román Ramírez, archeologo della Foundation for Maya Cultural and Natural Heritage. “Nella parte meridionale della città, dove una volta le mappe mostravano una semplice collina, gli autovelox hanno rivelato un ampio cortile chiuso con una piramide sul lato orientale. Guardando più da vicino le immagini, abbiamo notato che si trattava di una versione in miniatura della cittadella di Teotihuacan ”. Insomma, una bella sorpresa.

READ  Bolsonaro contesta i risultati delle elezioni in Brasile

“Non possiamo dire con certezza che le persone che lo hanno costruito fossero di Teotihuacan”, aggiunge Ramírez. “Ma erano certamente persone che conoscevano molto bene questa cultura, che adoravano persino lo stesso dio della pioggia. Per ottenere ulteriori prove, il suo team studierà gli isotopi dalla sepoltura, che possono rivelare dove una persona ha vissuto in momenti diversi della sua vita. Ma non ha dubbi che le due civiltà si conoscessero e andassero d’accordo, finché qualcosa non è andato storto. “Che cosa”, invece, è il mistero che resta da risolvere.

Segui su facebook La Stampa Viaggi (clicca qui)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *