Klavan ha scritto “Il saggio cinese dice che quando qualcuno si sente come se stesse sognando di essere una farfalla, in realtà potrebbe essere una farfalla che sogna di essere un uomo”. Questo aforisma mi ricorda il brillante dipinto di Dalì: Sogno causato dal volo di un’ape attorno a un melograno un attimo prima del risveglio La domanda su cosa sia la realtà e cosa siano i sogni e se questi due stati non sono così confusi essendo indistinguibili, sta emergendo come qualcosa su cui l’uomo moderno deve riflettere dato l’impatto sulla realtà della fisica quantistica e l’evoluzione dei programmi di simulazione e degli algoritmi di apprendimento genetica e macchina. Elon Musk afferma che non siamo reali ma che viviamo in un mondo virtuale come quello di Matrix.
È un possibile (anche se, per il momento, improbabile) o è semplicemente l’uscita di un uomo che, grazie a uno scherzo del genere, è riuscito a creare un vasto impero finanziario riuscendo a convincere la borsa di investire nei tuoi sogni futuristici? Questa è, a mio avviso, una possibilità da non trascurare visto che siamo solo all’inizio dell’era digitale (il primo computer è stato progettato da Turing durante la seconda guerra mondiale (quindi sono appena 80 anni) e che, da allora, la potenza di calcolo e l’efficienza degli algoritmi segue la legge di Moore (una legge empirica che dice che la potenza di calcolo raddoppia ogni 2 anni) e quindi i programmi di simulazione, utilizzando i due strumenti , stanno crescendo molto più velocemente di quanto previsto da Moore. Questo, immagina come sarà il mondo tra diecimila anni (se l’umanità non si suicida per prima) supponendo che l’evoluzione tecnologica continui allo stesso ritmo frenetico rispetto a oggi.
In altre parole, se la Legge di Moore continuerà ad applicarsi nei millenni a venire, avremo PC e programmi più potenti per fattori da due a 5000 !!!! Se ricordi la vecchia favola del mercante che chiedeva al sultano di avere un chicco di riso il primo giorno, il secondo giorno 2, il terzo giorno 4 e così via 64 volte (pari ai quadrati di una scacchiera ), sì capisce che da 2 a 64 è un numero così spaventoso che il potente Sultano non può soddisfare la richiesta del mercante. Ebbene, da 2 a 5000 è assolutamente oltre ogni immaginazione … Con questi presupposti, è chiaro che in soli 10mila anni l’umanità avrebbe la possibilità tecnologica di simulare un intero universo con un programma, facendolo evolvere la vita nell’Universo secondo Darwin grazie ad algoritmi genetici e per rendere intelligenti semplici avatar grazie all’AI. Se è così, potrebbero esserci infiniti universi digitali, ciascuno con forme di vita intelligenti (anche se artificiali !!) in grado di simulare altri universi. Un ciclo infinito di universi artificiali ciascuno creato da altre creature artificiali. Questa visione “digitale” della vita e dell’Universo ha i suoi pochi suggerimenti forniti dalla fisica quantistica:
1) Nostro Universo è granuloso. Piccoli quanti spazio-temporali formano la sua struttura. Proprio come i bit per i programmi
2) L’Universo è parsimonioso nel senso che la posizione e la velocità di una particella non esistono finché non vengono misurate. Perché rendere il programma “pesante” con informazioni non necessarie? Solo quando richiesto, il programma chiamato Universe farebbe i calcoli necessari per darci le risposte richieste.
3) C’è un’informazione istantanea, che va più veloce della luce. L’Universo presenta quindi caratteristiche non locali (come l’entanglement) tipiche di un programma che funziona (e contiene tutte le informazioni contemporaneamente) e trasmette la simulazione su un grande schermo. Sullo schermo, le informazioni non possono viaggiare più veloci della luce, ma le informazioni che attraversano il programma cambiano istantaneamente le immagini proiettate sullo schermo, non importa quanto lontane sembrino allo spettatore.
Insomma, è sicuramente un grande shock pensare di essere una simulazione digitale per un’umanità che, solo 500 anni fa, pensava che la Terra fosse addirittura il centro dell’Universo. La rivoluzione digitale è solo l’inizio, forse tra un po ‘non sentiremo più la differenza tra reale e virtuale. E non sarebbe scioccante pensare che tra cento anni l’uomo del futuro potrebbe credere che il mondo che lo circonda sia diviso, senza soluzione di continuità, tra la realtà in cui siamo immersi (che, senza alcuno scandalo, potrebbe essere anche la simulazione di una realtà extraterrestre) e il mondo digitale creato da noi stessi. E se è plausibile che possa accadere tra cento anni, per non parlare di quello che potrebbe accadere tra 10mila anni …
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