Il sistema colore deve essere rivisto e sono già al lavoro i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Nel frattempo, il destino del Lazio che, come altre regioni, è a un passo dalla gamma arancia, anche se i numeri lo registrano sempre. La diffusione delle varianti apre la strada ad altre zone rosse locali nel resto del Paese, come già avvenuto a Pescara, Chieti, Perugia e, seppur in modo meno rigoroso, ad Ancona. Andiamo con ordine. Creati per prevenire il contagio senza ricorrere al bloccaggio generalizzato, il meccanismo di bloccaggio e le 21 frecce avevano già ricevuto una regolazione: era stato abbassato il limite RT, che fa scattare una striscia rossa e una striscia arancione. Ma la diffusione della variante inglese rende questo strumento inadeguato, poiché ora stiamo cercando un’auto che gira a una velocità molto più alta, almeno del 30-40%.
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Velocità
Intervenire con i criteri del sistema tarato sulla versione originale del SARS-CoV-2 non funziona, è come inseguire una Ferrari con una vecchia Panda a metano. Il Ministero della Salute ha chiesto all’Istituto Superiore di Sanità di condurre una nuova indagine aggiornando i dati sulla diffusione delle varianti (un primo studio ha rivelato che oggi il 17,8% dei casi positivi sono B.1.1.7, cioè inglesi). Gli esperti sono convinti che tra un mese la mutazione avviata dalla Gran Bretagna sarà anche la mutazione dominante in Italia, servono nuovi limiti di velocità. E ‘possibile un aggiustamento al ribasso dei valori che fanno scattare le restrizioni (banda rossa e banda arancione), ma anche chiusure locali, come avvenuto nelle ultime settimane a Pescara, Chieti, Perugia e in quattro comuni lombardi. Oggi la sala di controllo (Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità) definirà le nuove valutazioni sulla base dei parametri in vigore. Cosa dovresti aspettarti? Innanzitutto l’Rt, l’indice di trasmissione, su base nazionale sarà intorno a 1, quindi limite considerato critico. Alcune regioni possono cambiare colore con ulteriori restrizioni. Partiamo dai casi dell’Abruzzo e dell’Umbria, i territori del centro Italia che contengono l’esplosione di varianti. Con la RT vicina all’1,25 c’è la possibilità di entrare nella fascia rossa, anche se ieri il presidente dell’Abruzzo, Marco Marsilio, ha spiegato che i dati epidemiologici non giustificano le chiusure più severe in tutta la regione. “L’RT è passato da 1,22 a 1,17”.
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Il caso dell’Abruzzo
Le province di Chieti e Pescara sono già in zona rossa, proprio a causa del moltiplicarsi dei casi della variante inglese, oltre che in Umbria la stessa misura è stata estesa alla provincia di Perugia, dove è diffusa anche la mutazione brasiliana. Secondo la Regione Umbria, infatti, “le varianti del coronavirus circolano ampiamente sul territorio e su 77 campioni 41 hanno un profilo genetico identificabile con la variante brasiliana e 22 con la variante inglese”. Per altre regioni ad un passo dall’arancia si è creata una situazione paradossale: i vari consiglieri o presidenti hanno sottolineato che i numeri erano sufficienti per evitare le restrizioni. Questo accade ad esempio nel Lazio, dove il Consigliere Sanitario Alessio D’Amato ha spiegato: “Sulla base dei dati di sorveglianza si prevede che il Lazio rimanga nella zona gialla con un valore Rt di 0,95, una riduzione del numero di nuove epidemie e del tasso di occupazione di tutti i letti di terapia intensiva e la zona medica, entrambe al di sotto delle soglie di allerta ”. La stessa retorica si sente nelle altre regioni considerate nella bilancia come Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Marche, tutte a rischio di diventare arancione Raffaele Donini, Consigliere Sanità Emilia-Romagna: “Aspettiamo di capire le decisioni del governo ma mi chiedo se questa divisione in bande colorate delle regioni italiane sia la strategia giusta. Una visione generale del nostro Paese sarebbe più utile. . ”La situazione in Lombardia è simile. Il governatore Attilio Fontana:“ Mi sembra che si possa restare in giallo . “
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Sala di controllo pronta
La sala di controllo che si riunirà oggi applicherà probabilmente lo schema dei colori in modo rigoroso, poiché l’avanzamento delle varianti suggerisce una quota aggiuntiva di cautela, come già scritto nel rapporto della scorsa settimana. I dati di ieri confermano la stagnazione dei numeri: 13.762 nuovi casi (molto meno dei 15.146 segnalati giovedì della settimana precedente). Continua a diminuire anche il numero di posti letto occupati, attestandosi a 20.008, 309 in meno rispetto al giorno precedente. “Se non sapessimo che la variante inglese si sta sviluppando in modo spettacolare, sarebbero dati accettabili”, afferma un esperto. Anche ieri, però, si sono aggiunti 347 decessi per Covid, il totale ora è di 94.887. Si può prevedere che entro metà marzo si supererà la soglia dei 100.000.
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Ultimo aggiornamento: 23:30
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