Le cifre congelate dell’Inps: cancellate 100mila pensioni

“Il Covid porta alla cessazione di circa centomila la pensione nel corso del 2020”. Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, ha svelato i dati relativi al peso della pandemia sulla previdenza sociale durante la sua audizione davanti alla commissione parlamentare di controllo sugli enti che gestiscono le forme obbligatorie di previdenza. Il numero uno dell’ente pubblico ha sottolineato che il picco di interruzione delle cure si è registrato nell’ultimo mese di marzo: “Il numero delle pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti annullate per morte nel 2020 e nei primi mesi del 2021 ha visto un fortissimo picco di circa centomila pensioni eliminata nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Poi la malattia ha subito una forte riduzione e sono state abolite anche le pensioni. C’è stata una ripresa in autunno e poi subito dopo un calo a gennaio, con un picco in aumento fino a settantacinquemila prelievi a marzo 2021 e poi un ulteriore calo fino ai giorni nostri”.

I numeri confermano che le persone più colpite dalla pandemia sono quelle più vulnerabili negli anni. Tridico ha inoltre condiviso con i parlamentari altri temi suscettibili di influenzare l’evoluzione delle politiche di sicurezza sociale. Una delle principali preoccupazioni è la gestione a cui sono iscritti i dipendenti dell’azienda pubblica amministrazione. Il vertice dell’INPS ha riferito che il management pubblico ha una sofferenza di circa 14 miliardi: a roccia che si trascina ormai da diversi anni. Forti criticità anche per altre categorie di lavoratori. Anche la tesoreria riservata ad artigiani e commercianti deve far fronte a un disavanzo storico che si aggira tra i 4 ei 6 miliardi di euro. I dipendenti, dal canto loro, hanno un patrimonio di 3,2 miliardi nel 2019 che è diminuito nel 2020 ma è previsto in aumento nei prossimi anni.

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Nel corso del confronto con il Parlamento, Tridico ha anche potuto fare il punto sulle attività svolte per fornire supporto alle persone più colpite dalla crisi economica e dalle chiusure organizzate per limitare i contagi. Il saldo finale su rinfreschi parla degli oltre quattro milioni di lavoratori autonomi aiutati: “L’istituto ha sovvenzionato più di 4,2 milioni di lavoratori occasionali, stagionali, agricoli e dello spettacolo. In media hanno preso circa 1.400 euro ciascuno con grandi variazioni, ad esempio i lavoratori del settore dello spettacolo hanno ricevuto in media circa 4.000 euro. Chi ha preso tutti i bonus ha ottenuto 8.800 euro”. Numeri più alti per il licenziamenti Covid: assegno ricevuto da circa 6,7 ​​milioni di lavoratori.

Tra pochi mesi prenderà vita anche il gioco delle verifiche e dei controlli sui trattamenti autorizzati ed erogati tra il 2020 e il 2021. Una mole di lavoro con cui l’ente pubblico non si era mai confrontato nella sua lunghissima storia. Attività che richiedono personale specializzato e attrezzature fisiche per gli uffici. Tridico ha quindi invitato i politici ad impegnarsi per ottenere l’assunzione di nuovi ispettori dell’Ente. Negli ultimi anni, 250 dipendenti sono andati in pensione e non sarebbero stati sostituiti. Un calo che, secondo il presidente dell’Inps, ha finito per avere un impatto diretto sull’efficienza del servizio ispettivo: “Dobbiamo recuperare la capacità di reclutare ispettori e dobbiamo anche formare il personale in servizio”.

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