I campioni dovrebbero essere cercati, pur meritandolo. È Il Milan lo prenderà, diventa grande: tre gol, uno più bello dell’altro a stadio, Colomba aveva sempre perso nella lega; tre punti che valgono il doppio, tre ko per un avversario che da settimane barcolla e che ora avrà difficoltà a rialzarsi. Nulla è stato ancora deciso in toto nella corsa all’ingresso in Coppa, che vale 50 milioni. Ma La Juventus ha perso il senso dell’orientamento, dentro e fuori dal campo: la presenza in tribuna di John Elkann accanto al cugino Andrea Agnelli non basta.
Pirlo’s, se mai lo è stato, non è più una squadra nel pieno senso della parola. Milano è. E gli piace ancora superare le difficoltà ei propri limiti, per regalarsi una serata sontuosa, che non va persa adesso contro Torino, Cagliari e Atalanta. Juve, ora quinta a un punto dal Napoli e in svantaggio nello scontro diretto con il Milan e dietro per differenza reti con il Napolial contrario, non ha più il controllo del proprio destino: battere Sassuolo, Inter e Bologna potrebbe non bastargli. Supponiamo che possa avere successo in queste condizioni: è d’obbligo uno shock e Pirlo non è nemmeno sicuro di arrivare a fine stagione.
Sii una grande sfida tra due fondatori del compianto Superlega, non possiamo dire che lo spettacolo sia all’altezza. In otto mesi Pirlo non è riuscito a superare il classico cambio di gioco di Cuadrado. Lungo la strada Chiesa sulla destra aveva messo in crisi Hernandez, ma dopo tre settimane torna in campo a sinistra e non trova mai il punto di partenza giusto. Morata e Ronaldo non tengono palla e non danno profondità. I primi errori nell’assetto bianconero danno così al Milan più coraggio, più incisivo: prima Diaz, scelta chiave di Pioli, risponde centralmente a una percussione di Bentancur, poi Hernandez decolla e crea due occasioni, disinnescato. Pochi minuti dopo Diaz trova il tiro perfetto: Calhanoglu calcia una punizione dalla destra, Szcesny respinge corto, lo spagnolo dopo un rimpallo si sbarazza di Cuadrado e con il compasso disegna una parabola inespugnabile per Chiellini sulla linea e per il portiere, fuori dai pali anche per un smart block di Ibra.
Lo schiaffo sembra rivitalizzare la Juve, che ad inizio ripresa si avvicina al pareggio: Donnarumma respinge Bentancur. Subito dopo, però, il Milan può prendere la partita: Chiellini respinge un tiro di Diaz con il braccio largo in area e Var aiuta Valeri a concedere il rigore. Szczesny, invece, con un tuffo alla sua sinistra, spazza via il La palla morbida di Kessie. I rossoneri subiscono il contraccolpo, anche perché Ibra viene tradito per ginocchio e anche Diaz esce zoppicante.
Non che la Juve ne tragga vantaggio, anche perché Pirlo tiene Dybala in frigo, senza motivo: quando arriva il momento di stappare il talento dell’argentino, la festa è già tutta per il Milan, grazie al un altro bel gol, questa volta di Rebic, anche a destra e sotto l’incrocio, ma partendo dalla linea di zona. Il perfetto temporale rossonero si conclude con una grandinata, sotto forma di Testa di Tomori, che sale al centro dell’area e devia una punizione di Calhanoglu. Il Milan urla a tutti che è una squadra di campioni. La Juventus non sa più chi sia. E forse nemmeno quello che vuole veramente.
9 maggio 2021 (modifica il 9 maggio 2021 | 23:15)
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