Le suore italiane mantengono viva la memoria di Santa Rita

Le suore italiane mantengono viva la memoria di Santa Rita

Le suore del Monastero di Santa Rita da Cascia (Perugia, Italia) perpetuano in modo speciale la memoria della loro patrona. Lontano da tutte le attenzioni, offrono un bellissimo abito da sposa alle spose meno abbienti, che altrimenti non possono permettersi un abito da sposa decente. Il buon lavoro delle suore è possibile perché le donne della regione dagli anni ’50 e fino ad oggi hanno donato al monastero il loro abito da sposa. Gli abiti portati sono accuratamente raccolti e catalogati con amore e professionalità.

La direzione della confezione è affidata alla suora Maria Laura, che proviene da una famiglia di sarti. Ringrazia sinceramente tutte le donne che donano il loro abito da sposa al monastero. Affidano il cammino avventuroso e talvolta difficile della loro vocazione al matrimonio alle cure di Santa Rita, che fu moglie, madre e moglie devota. Non è quindi solo una questione di riciclo e sostenibilità, ma è anche un investimento a lungo termine, aggiunge strizzando l’occhio. Dopo i necessari aggiustamenti, gli abiti vengono affidati alle future spose senza chiedere soldi, anche se alcune donne donano al monastero se non restituiscono l’abito. Secondo la suora ogni mese vengono donati al monastero almeno dieci abiti, la maggior parte da privati, ma a volte anche abiti da sposa nuovi invenduti da negozi specializzati, mai indossati. Le future spose che passeranno di lì potranno provarli in un accogliente salone.

Santa Rita da Cascia nacque nel 1381 a Roccaporena, paese a quattro chilometri da Cascia. All’età di 14 anni si sposò Fernando Mancini. Avevano due figli. In realtà voleva diventare una suora, ma voleva comunque obbedire ai suoi genitori. Dopo che il marito, prepotente, fu assassinato e morirono anche i suoi due figli, entrò nel Monastero di Maria Maddalena a Cascia dopo che le era stato negato l’ingresso per tre volte. Fu beatificata nel 1628 e canonizzata nel 1900. È la patrona delle cose senza speranza e impossibili ed è invocata anche dalle donne nei matrimoni infelici, dalle donne senza figli e dalla sterilità.

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Fonte: Aleteia

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