Questa settimana la mia colonna è sostituita da una lettera aperta indirizzata a Zlatan Ibrahimovic
Caro Ibra,
Mi prendo la briga di scriverti dalla homepage di milannews perché so che l’eco verrà da te e so che qualcuno riassumerà il contenuto per te. Ho fatto questa scelta dopo aver assistito, non certo impotente perché ho tagliato tweet dopo tweet, al volgare dibattito che si è svolto, al limite del razzismo, al termine del derby di Coppa Italia. Cominciamo da te: hai sbagliato, hai fatto tanti errori e alla fine della partita hai chiesto scusa ai tuoi compagni oltre che alla società e all’allenatore e che, a causa delle abitudini calcistiche, ha rimediato alla tua serietà sbaglio. Primo punto: non c’era bisogno del messaggio pubblico (“nel mondo di Zlatan il razzismo non esiste, siamo tutti uguali”) perché chi ti conosce e conosce le tue idee oltre che i tuoi conoscenti, lo sa perfettamente. Purtroppo questo può accadere solo in Italia, dove il politicamente corretto è diventato un virus ancora più pericoloso del covid-19, capace di contagiare intere generazioni, anche i fan. Come uno dei tuoi vecchi compagni di squadra all’epoca, Hernan Crespo (“Ibra è un calciatore di strada”) ti ha chiamato, la rivolta tra te e Lukaku era degna di una lotta tra ragazzacci che giocavano a calcio in un campo suburbano.
Vengo ora al motivo della lettera aperta. Martedì sera è iniziato il periodo più delicato e decisivo della stagione calcistica. Nelle settimane precedenti tutti hanno apprezzato con simpatia le gesta del Milan, accompagnato da giudizi stregati, nessuno si aspettava un quasi quarantenne, che in Serie A lo avrebbe toccato così, figuriamoci se si aspettasse il primato di uno come Pioli e di una squadra accreditata. un 5-6 ° posto al massimo Ora che il primato del Milan ha iniziato a resistere alle vostre assenze, ai vostri infortuni a catena, alle giovanili di tanti suoi componenti, offrendo un calcio di qualità, nel campionato è nato un altro clima. Hanno iniziato a dire: no, non è un bluff, non si ferma per strada come pensavamo, non è una bolla. Da dove prima le polemiche sulle sanzioni ricevute a favore delle espulsioni e dei gialli che nemmeno la banda Bassotti, poi le provocazioni. Zapata è stato il primo sotto il cielo di San Siro, De Roon il giorno dopo sui social, Lukaku non sarà l’ultimo della Serie A. Il Milan è entrato nel mirino della competizione e soprattutto di chi sa benissimo che c’è una scintilla. abbastanza per darti fuoco. L’anno del campionato con Allegri, è successa la stessa cosa, ricorderete sicuramente. E hai saltato 3 giri. Questa volta non devi cadere nella trappola e non solo perché hai quasi 40 anni, ma perché la tua presenza alle cadenze del prossimo torneo sarà determinante. Al contrario, vi dirò che lasciare la Coppa Italia non è stato un brutto affare. Due giri con la Juve tra il 2 e il 9 febbraio non sono una passeggiata della salute: perderanno energie, giocatori e punti in campionato.
Dal tuo ritorno al calcio italiano, il livello tecnico è aumentato. Quindi le tue responsabilità, che erano enormi, si sono moltiplicate. Dovresti aspettarti non solo i difetti, le spinte e gli aspri contrasti che fanno parte del lavoro, ma anche le provocazioni sottili. Cadere nella trappola significherebbe tradire la missione che ti sei dato tornando per la seconda volta a Milanello. Apri gli occhi, metti la museruola al tuo istinto di strada e concentrati solo sul calcio e sulle cose buone che ha realizzato finora.
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“Cade molto. Piantagrane. Creatore totale. Appassionato di caffè. Pioniere orgoglioso del bacon.”
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