Libia, Di Maio torna a Tripoli: “Consolidare la tregua”

ROMA – Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta volando a Tripoli questa mattina in un momento delicato della vita del governo guidato da Fayez Serraj e nato nel 2016 con la benedizione delle Nazioni Unite. Il presidente Serraj ha appena sospeso le sue funzioni di ministro dell’Interno Fathi Bishaga, l’uomo che ha coordinato le forze militari di Tripoli nella difesa degli attacchi del generale Haftar (non c’era il ministro della Difesa). Lo scontro tra Serraj e Bishaga mette in imbarazzo soprattutto la Turchia, che ha “salvato” il governo Serraj dall’offensiva di Haftar, ma lo ha fatto stringendo un rapporto molto forte con Bishaga: il capo dei servizi turchi, il capo del difesa e lo stesso Erdogan hanno creato un rapporto diretto con Bishaga.

Di Maio a Tripoli non vuole entrare nello scontro politico tra le diverse figure di governo, ma la fibrillazione con Bishaga preoccupa Roma così come altri Paesi europei e Stati Uniti: Bishaga negli anni ha collaborato intensamente soprattutto alla lotta contro il terrorismo, ritagliandosi un ruolo importante dalla battaglia che il governo di Tripoli ha intrapreso nell’estate del 2016 per liberare Sirte dall’Isis.

Serraj ha ora sospeso Bishaga dopo la cattiva gestione del luogo durante le manifestazioni dei giorni scorsi: Bishaga è sospettato di aver istigato parte delle manifestazioni per mettere in difficoltà il governo Serraj.
Di Maio a Tripoli cercherà di capire personalmente cosa sta succedendo, ricordando però che è il momento di spingere per un definitivo cessate il fuoco con le autorità della Cirenaica sotto la guida del presidente del Parlamento Agila Saleh.

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In Libia Di Maio non si fermerà solo a Tripoli, ma si recherà anche a Tobruk per vedere lo stesso Saleh. E tra gli argomenti che affronterà, ci sarà un massiccio dossier industriale e commerciale. Con il ministro viaggerà anche il sottosegretario Manlio Di Stefano, delegato al commercio estero.

La Farnesina vuole riattivare la Commissione mista italo-libica sulle questioni economiche, prima di affrontare due questioni: i crediti rivendicati dalle imprese italiane e le prospettive e progetti di comune interesse per il rilancio dei rapporti economici.

Tra i più importanti progetti in sospeso vi sono l ‘”autostrada della pace” e l’aeroporto internazionale di Tripoli. I libici chiedono di riprendere la strada costiera prevista dall’art. 8 del Trattato di Bengasi firmato da Gheddafi e Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda l’aeroporto di Tripoli, al consorzio Enea è stata affidata la realizzazione di 2 terminal (uno per i voli internazionali, un altro per i voli nazionali), un parcheggio e la strada di accesso per 78 milioni di euro. . I lavori sono bloccati per motivi di sicurezza, l’aeroporto internazionale (circa 20 chilometri a sud di Tripoli) è stato uno dei punti in cui la battaglia è durata per mesi. Il consorzio Enea si prepara ora a riprendere i lavori, ma bisogna garantire le condizioni di sicurezza.

Altri progetti riguardano il terzo anello stradale di Tripoli, che interessa WeBuild e Rizzani de Eccher (del valore di 1 miliardo di euro). Mentre Telecom Italia Sparkle collabora con la Libyan International Telecom Company (LITC) e garantisce i collegamenti tra i due paesi grazie al cavo Tripoli-Mazara del Vallo: Tim è impegnato in un altro progetto, denominato “Bluemed”, un cavo sottomarino multifibre che dovrebbero collegare Genova a Palermo, quindi attraversare il Mediterraneo fino a Chania (Creta) e proseguire per l’India. Il progetto compete con un progetto cinese simile (chiamato “PEACE”) che prevede una spina dorsale dall’Egitto alla Francia e tagliare l’Italia.

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