DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – I battaglioni che si ammassano al confine, carri armati che bombardano i villaggi nel nord della striscia e avanzano verso la barriera separandolo da Israele, un tweet delle forze armate che annunciava che il “Truppe di terra” partecipare aaggressione contro Hamas, conferma di Jonathan Conricus, il portavoce dell’esercito per i media stranieri: “Siamo entrati a Gaza”. Gli specialisti in strategia militare la chiamano la “nebbia di guerra”, l’incertezza e la difficoltà per chi è coinvolto nei combattimenti. capire la situazione dal vivo. L’altra notte, invece, sarebbe stata una cortina fumogena – stanno ricostruendo gli analisti israeliani – mandata in onda con intenti dallo Stato Maggiore. L’obiettivo sarebbe stato utilizzando i principali giornali stranieri per risuonare con l’inizio dell’invasione di terra, come parte di uno stratagemma per spingere le unità paramilitari di Hamas e della Jihad islamica nel sistema di tunnel costruito nella sabbia sotto Gaza: da qui i miliziani sarebbero usciti per tendere un’imboscata all’avanguardia delle truppe. In realtà non c’era traccia, Conricus dopo un’ora negato il raid, ha detto che lui e altri portavoce non si sono capiti.
Durante quei 60 minuti, l’aviazione e l’artiglieria hanno lanciato uno dei più pesanti bombardamenti di tutte le guerre tra Hamas e Israele. Hanno partecipato e sganciato anche 160 aerei 150 missili: tunnel sotterranei L’intelligence israeliana chiama “la metropolitana”, secondo quanto riferito, distrutta con miliziani all’interno, l’esercito parla di decine di morti. Le case nei villaggi palestinesi a nord, verso il confine, sono state devastate e ridotte di nuovo in macerie. Almeno diecimila residenti sono stati sfollati nel sud di Gaza, al riparo dalla pioggia di missili e obici, le famiglie lo sono sono fuggiti con quello che potevano portare nei rifugi delle scuole delle Nazioni Unite.
Le vittime nella Striscia di Gaza sono più di 120 (di cui 31 minori e 20 donne), più l’elettricità va e viene, più l’acqua scarseggia. Dall’inizio del conflitto lunedì, Hamas e altre organizzazioni fondamentaliste hanno lanciato 1.800 razzi e colpi di mortaio, il 90% dei quali sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Ieri hanno concentrato il fuoco sulle città del sud del Paese – al funerale di Sderot è stata sparata una salva del bambino di 5 anni ucciso venerdì, uno degli 8 israeliani morti – e hanno continuato a inviare droni carichi di esplosivi. , distrutto dall’aviazione. La delegazione egiziana ha lasciato Tel Aviv senza ottenere una tregua – ‘andiamo avanti’, proclama il premier Benjamin Netanyahu – e i mediatori chiedono un cessate il fuoco per poter evacuare i feriti più gravemente (su 900 in totale) attraverso il valico di Rafah verso l’Egitto.
Il governo israeliano deve ora gestire sei fronti, rivolte e manifestazioni in solidarietà con Gaza: gruppi di palestinesi in Cisgiordania si sono scontrati con l’esercito, 11 di loro sono stati uccisi; migliaia di arabi si sono radunati al confine giordano e sono stati respinti; a nord la Linea Blu è stata attraversata da giovani libanesi, uno è stato ucciso dalla pattuglia dell’IDF e il movimento islamista Hezbollah lo ha riconosciuto come proprio membro; la violenza all’interno delle città israeliane tra arabi ed ebrei non si ferma; tre razzi sono stati lanciati dalla Siria.
14 maggio 2021 (modifica il 14 maggio 2021 | 22:45)
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