Malattie e fame, allarme Onu su Gaza. Il Qatar: «Ora più difficile mediare» – Hamelin Prog

Malattie e fame, allarme Onu su Gaza. Il Qatar: «Ora più difficile mediare» – Hamelin Prog

Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha recentemente avuto una dura telefonata con il Presidente russo, Vladimir Putin. Durante la conversazione, Netanyahu ha chiesto con forza la resa di Yahya Sinwar, leader di Hamas, il gruppo militante attualmente al potere nella Striscia di Gaza.

La situazione nella Striscia di Gaza è tragica e gli effetti della recente escalation di violenza si fanno sentire sempre di più. La carenza di cibo e beni di prima necessità è diventata un problema dilagante, causando sofferenza a circa 1,8 milioni di persone che si trovano costrette a lasciare le proprie case e a vivere in tende improvvisate.

La crisi umanitaria si aggrava poiché i sistemi sanitari e fognari sono collassati, portando alla diffusione di malattie. Inoltre, gli abitanti della regione iniziano ad accusare Hamas per la situazione attuale e temono di essere espulsi dalle proprie terre.

Nel frattempo, i capi jihadisti di Hamas si rifiutano di liberare altri ostaggi senza ulteriori negoziati. Allo stesso tempo, i militari israeliani stanno concentrando la loro offensiva su Khan Younis, una delle principali città della Striscia di Gaza.

È importante sottolineare che solo il 10-15% dei palestinesi catturati durante il conflitto sono effettivamente membri di Hamas. Questa informazione mette in luce quanto sia importante evitare generalizzazioni e distinguere tra i civili e i militanti coinvolti nel conflitto.

Nel frattempo, il Qatar ha dichiarato di continuare ad impegnarsi nei tentativi di mediazione. Afferma di aver ottenuto la liberazione di 105 persone in cambio di alcuni benefici. Tuttavia, alcuni sostengono che gli sceicchi abbiano finanziato Hamas per molti anni, con la tacita approvazione di Netanyahu, al fine di mantenere divise le fazioni palestinesi e bloccare la creazione di uno Stato palestinese.

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Inoltre, Netanyahu ha espresso il suo disaccordo con Putin riguardo alla cooperazione russa con l’Iran. Questa situazione complica ulteriormente la regione, creando un contesto politico e militare ancora più incerto.

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