Mancini pensa il contrario di Pirlo, ma la sua Italia è una gioia per gli occhi. E come brilla il Sassuolo! | Prima pagina

Gli uomini cambiano, ma l’Italia rimane la stessa. Brillante, effervescente, suadente, autorevole, sempre bello, uno spettacolo per gli occhi. Roberto Mancini non ha creato una squadra, ma un modello. Più semplicemente, ha dato un punteggio e uno scenario, ha tracciato un percorso e tante strade per arrivare al traguardo. Il suo gioco, per il momento, è molto riconoscibile e poco o per niente neutralizzabile (dagli avversari). Certo, la Moldavia fa poco testo – troppo debole e facilmente sfondato nonostante un 5-3-1-1 arcaico – ma segnare cinque gol in 46 minuti (e un sesto nel secondo tempo) non è facile per nessuno, a meno che che sia Campione del Mondo di Francia (7-1 contro l’Ucraina) o che tu non abbia un’organizzazione di prim’ordine.

Un discorso che vale il doppio se quasi nessuno dei giocatori schierati parte con la maglia blu (alcuni non sono nemmeno nella propria squadra) e se l’Italia in terra è un tentativo di raccogliere forze nuove o alternative che non hanno mai giocato insieme. I punti chiave sono però due: il sistema di gioco (4-3-3) ei principi del gioco (possesso prolungato, atteggiamento offensivo, recupero del pallone nell’area più vicina alla porta avversaria). Contrariamente a quanto pensa Andrea Pirlo – convinto che per attaccare si debbano attaccare gli uomini – Mancini difende a sistema puro in mezzo ai box e si rialza con gli sfavoriti difensivi.. Emblematici il sistematico attacco in profondità di Lazzari, un terzino trasformato in esterno e il costante appoggio di Biraghi dall’altra parte. È stato quest’ultimo a fornire l’assist per il gol di Caputo, rookie e realizzatore a 33 anni, due mesi e una giornata. E ‘stato il giocatore della Lazio a scivolare nuovamente alle spalle della difesa moldava, proponendo il pallone per il suo secondo gol a El Sharaawy.

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El Shaarawy è stato il capitano fino alla sua uscita (67 °) e di gran lunga il migliore in campo con Cristante, giocatore della Roma e quasi-Roma di ritorno (cosa che avverrà a gennaio). Stephan segna il primo gol per Cristante che a sua volta apre le marcature con un colpo di testa su corner di Bonaventura. Chissà perché Cristante non riesce più a trovare posto a Roma (non basta spiegare che Fonseca gioca con il centrocampista in due) e quanto può essere importante El Shaarawy in futuro, se il portoghese continuerà a farlo. gioca con due trequartisti che hanno ceduto tutti i primi quarti. Può essere vero che più guardiamo il calcio, più nascono idee intorno al calcio, ma resta il fatto che Mancini sa far brillare chi non gioca in Cina (El Shaarawy) e chi a Roma occupa un ruolo che non è suo (quando lo fa).

L’Italia ha concentrato quasi tutta la propria potenza di fuoco nel primo tempo, segnando dopo 18 minuti (Cristante, appunto), raddoppiando cinque minuti dopo (Caputo) e triplicando con El Shaarawy con due tocchi a destra – uno per il controllo e un altro per la dolce conclusione – che ha deliziato il pubblico televisivo, in assenza di un vero pubblico al Franchi. Ma molto prima del 3-0, l’Italia aveva iniziato a diffondersi. Bonaventura, che si è costruito anche una bella occasione nella ripresa (sventata dal portiere), è stato visto respinto da un tiro sicuro di un difensore sul solito cross raffinato di Lazzari. Poi Posmac, nel tentativo di anticipare Caputo, ha segnato contro il suo campo e l’Italia ha preso il vantaggio per forza d’inerzia segnando nuovamente nel recupero con El Shaarawy, che ha rischiato la faccia mettendo la testa. nel. Monocorda, ma il secondo tempo non è stato sprecato. Cragno, ventisettesima recluta dell’era Mancini, prese il posto di Sirigu, Emerson Palmieri quello di Biraghi, Grifo si unì per El Shaarawy (e il capitano divenne Cristante), Sensi per Bonaventura. E, a dimostrazione che con Mancini tutti danno tutto e subito, Grifo scappa a sinistra dell’ormai eviscerata difesa moldava, conquista il fondo e si mette sul secondo palo dove Berardi è arrivato per l’esorbitante 6-0 . Primo gol in Nazionale per Berardi, primo gol in Nazionale (tra l’altro in partenza) per Caputo. Se a questo aggiungiamo la prestazione ancora matura di Locatelli, arriva a scrivere che c’è un Sassuolo che vince anche in azzurro. Una storia di provincia, non una storia di provincia.

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Italia Moldova 6-0

RETI: 18 ′ Cristante, 23 ′ Caputo, 30 ′ 45 ‘+ 1 ′ El Shaarawy, 37 ′ aut. Posmac, 72 ‘Berardi.

ITALIA (4-3-3): Sirigu (67 ‘Cragno); Lazzari, Mancini, Acerbi, Biraghi (67 ‘Emerson Palmieri); Locatelli, Cristante, Bonaventura (67 ′ Sensi); Berardi (75 ‘Kean), Caputo (75’ Lasagna); El Shaarawy (67 ‘Grifo). Mandrie Mancini

MOLDOVA (5-3-2): Koseliev (46 ‘Namasco); Platica, Craciun (46 ‘Mudrac), Posmac, Armas, Marandici (Reabciuk); Rata, Carpa, Ionita; Suvorov (46 ′ Cociuc), Nicolaescu (79 ′ Milinceanu). Tutto. Firat

Avvertimento: Carp, Rat.

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