Mantova, il 23enne è morto colpito alla testa

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È morto ieri sera alle 20: ora è indagato per omicidio. La seconda vittima è in coma farmacologico. Arriva un testimone

MANTOVA. Colpito di botto durante il sanguinoso attentato avvenuto giovedì sera sul piazzale della Favorita, non ci è riuscito. Attilio Ndrekai, Un albanese senzatetto di 23 anni che orbitava intorno alla zona di San Giorgio è stato dichiarato morto la scorsa notte intorno alle 20.00.

Erano le macchine che lo avevano tenuto in vita nelle ultime ore, ma ora le sue funzioni cerebrali erano irrimediabilmente compromesse. L’indagine della procura e dei carabinieri segna in questa fase una svolta radicale: non più feriti gravi ma omicidi. L’altro attaccato, l’italiano Francesco Ferrari Pier, I 35 anni del San Giorgio Bigarello continuano a scorrere in condizioni molto critiche: al momento è tenuto in coma farmacologico.

I fucilieri lavorano instancabilmente per dare un nome e un volto agli aggressori che a quanto pare hanno teso loro un’imboscata.

Secondo la testimonianza di un presunto conoscente dei due – testimonianza al vaglio degli inquirenti – quella sera, gli aggrediti che si trovavano in un bar di Mottella, avrebbero ricevuto una telefonata che li invitava a unirsi alla Favorita. Al loro arrivo sul posto, sono stati attaccati con sbarre e mazze da baseball, che sono state in parte ritrovate dai militari. E questo suggerisce che fosse un’imboscata.

Non è possibile stabilire quanti aggressori ci fossero, ma secondo gli oggetti ritrovati a terra, il loro numero doveva essere considerevole. Quando sono arrivati ​​i soccorritori e i fucilieri, di loro non c’era traccia.

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Ora diventa essenziale capire lo schema. Una resa dei conti legata al traffico di droga? Questa sembra essere l’ipotesi più probabile anche se i fucilieri, al momento, non escludono alcuna ipotesi.

La testimonianza, quando e se potrà fornirla, dell’italiano in coma artificiale si rivelerà fondamentale. Anche ieri gli uomini armati hanno lavorato instancabilmente per tutta la giornata per cercare di ricostruire l’accaduto e identificare le persone che hanno preso parte alla rissa, nonché eventuali testimoni che avrebbero potuto assistere a colpi di sangue.

Al momento del brutale attentato lavoravano tre paninari che furono sentiti dai fucilieri, ma non sappiamo se abbiano visto il sanguinoso combattimento e quanti ne abbiano fatto parte.

Sul posto, i fucilieri hanno trovato scarpe e molte bottiglie di birra vuote e vestiti intrisi di sangue: qualcuno potrebbe appartenere a uno degli aggressori.

Probabilmente domani il sostituto procuratore Fabrizio Celenza, titolare dell’inchiesta, organizzerà l’autopsia sul corpo del giovane albanese.

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