Solo ora si rende conto di cosa può fare il cinema, ma è troppo tardi. Martin Scorsese (80) ha emesso rumori oscuri mentre si avvicinava la sua prima del film Gli assassini di fiori di luna, sabato al Festival di Cannes. Il film è in un “grande film americano”. Durata: 206 minuti, costo: oltre $ 200 milioni e interpretato da Robert de Niro e Leonardo DiCaprio.
Il loro duello è divertente con De Niro nei panni di allevatore, autoproclamato “amico indiano” e subdolo e spietato Bill Haley; e DiCaprio nei panni del suo entusiasmante zerbino Ernest Burkhart. L’ambientazione è la contea di Osage, in Oklahoma, una riserva in cui è stato trovato il petrolio all’inizio del XX secolo, rendendo i nativi americani gli individui più ricchi degli Stati Uniti. Nella loro fiorente città di Fairfax, petrolieri e cercatori d’oro arrivano con il simbolo del dollaro negli occhi.
Veleno e proiettili
Burkhart si innamora di Mollie (Lily Gladstone), residente nella contea di Osage, che ruba molte scene con la sua tranquilla dignità, o per la sua eredità (royalties petrolifere del valore di milioni). È una storia straziante: gradualmente viene alla luce che è in atto un subdolo piano di sterminio per saccheggiare la regione di Osage, usando veleno, proiettili e dinamite. Non importa cosa combatteranno in Oklahoma: ricchi o poveri, sono pur sempre nativi americani.
Finché l’FBI non arriva sotto la guida del giovane J. Edgar Hoover e stabilisce il nome della sua neonata agenzia. I tempi sembrano maturi per puntare i riflettori sull’FBI e sul governo federale. Dagli anni ’70 erano la fonte di ogni male agli occhi della sinistra, ora è una visione della destra. Anche se l’ascesa dell’FBI gioca un ruolo minore. Il film ruota attorno all’orrore inflitto a Osage County, con i residenti che non hanno idea di chi sterminarli.
Gli assassini di fiori di luna è un film su uomini bianchi molto, molto cattivi, con Robert De Niro minaccioso come al suo meglio Libertigiorni e DiCaprio come uno zerbino che – nonostante il suo apparente amore per Molly – fatica a coltivare una coscienza o una spina dorsale; gradualmente il suo viso – con l’aiuto di una grande quantità di cotone sotto il labbro inferiore – si contorce in una smorfia.
Il più amaro di tutti
Gli assassini di fiori di luna avrebbe potuto essere breve. Molto più breve. Ma il tuo sangue sarebbe ribollito così dopo due ore? E il finale era stato altrettanto agrodolce, con lo stesso Scorsese che aveva l’ultima risata? È un degno contributo all’avidità, alla violenza e alla sfiducia dell’America di Scorsese. Forse il più amaro di tutti. Gli anni non hanno reso il maestro più felice.
Una versione di questo articolo è apparsa anche sul quotidiano il 22 maggio 2023.
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