Meloni difende i soccorsi italiani dalle critiche dopo il naufragio mortale

Meloni difende i soccorsi italiani dalle critiche dopo il naufragio mortale

© EPA-EFE

Il primo ministro italiano Giorgia Meloni è intervenuta sabato in difesa della polizia e dei servizi di soccorso in mare del suo paese durante una visita negli Emirati Arabi Uniti. Non possono essere implicati nel caso del naufragio al largo della Calabria di sabato scorso, in cui sono già stati recuperati settanta corpi di migranti deceduti.

XLFonte: Belgio

In Italia infuria un acceso dibattito sui servizi di emergenza responsabili. “Nessuno voleva salvarli”, titolava mercoledì il quotidiano La Repubblica. Diverse dozzine di migranti provenienti da Afghanistan, Pakistan, Somalia e Iran sono morti nel naufragio, molti corpi non sono stati ancora ritrovati. Circa ottanta persone sono sopravvissute al disastro.

Secondo Meloni, è falso che i servizi di emergenza italiani abbiano ricevuto una chiamata di emergenza dalla guardia di frontiera e costiera europea Frontex, che sabato sera 25 febbraio ha individuato la nave di legno da un aereo e ha denunciato l’avvistamento a Roma. Poche ore dopo, la nave affondò tra le onde impetuose.

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“Non siamo stati informati che questa barca rischiava di affondare”, ha detto Meloni. Proprio per questo, ha detto prima il governo di Roma, quella notte è stata inviata sul posto la Guardia di Finanza, responsabile di reati finanziari e contrabbando e non la Guardia Costiera. Tuttavia, le due imbarcazioni di questo dipartimento di polizia sono dovute rientrare in fretta a causa delle acque turbolente, senza trovare la nave con i migranti.

La Procura italiana sta ora indagando su cosa sia successo esattamente quel fatidico sabato sera di esattamente una settimana fa.

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