Meloni e il nodo del Colle: “Berlusconi garantisce sovranità nazionale”

Il centrodestra riprende l’approccio verso il grande incontro politico del 2022, questa elezione del Capo dello Stato dove per la prima volta Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia potranno, cifre alla mano, guidare la scelta del Grandi elettori. Stavolta un segnale arriva da Giorgia Meloni che torna a riaprire la porta alla candidatura di Silvio Berlusconi.

“Penso che sia abbastanza normale che le forze politiche si sentano, non darei grandi retroscena su questo: quello che penso, però, è che il centrodestra in questa trattativa è assolutamente compatto, perché abbiamo la grande opportunità di fare un’altra visione conta anche per raggiungere l’obiettivo di un presidente che sia nell’interesse della nazione” dichiara Giorgia Meloni a margine della presentazione del libro di Gianfranco Rotondi La variante Dc e a un giornalista che gli chiede conto delle dichiarazioni di esponenti del centrosinistra, secondo cui il nome di Berlusconi è un problema per il Paese, la risposta è abbastanza esplicita: “Penso più che sulla questione della difesa della sovranità nazionale che non sarebbe un problema, infatti. “In serata a Porta a Porta precisa: “Berlusconi è un’ottima carta, ma non è una partita facilissima. Serve un piano B e magari anche un piano C. Ho chiesto ai coaliti”. siamo uniti dall’inizio alla fine”.

Da Lega e Forza Italia non ci sono commenti sulle parole del presidente di Fratelli d’Italia. Da parte leghista si ricorda che è necessario concentrarsi sulla manovra e su altre priorità come il nucleare. In via informale, però, vediamo che al di là di certi resoconti giornalistici, i tre leader vanno d’accordo con una certa frequenza e con buona sintonia. Lorenzo Cesa, invece, interrogato dal direttore di Dire Nicola Perrone, si è detto convinto che ci sia “un dovere nei confronti dell’uomo che ha guidato il centrodestra negli ultimi 25 anni, e che si chiama Silvio Berlusconi”.

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Giorgia Meloni si prepara a riaprire i battenti al festival Atreju in versione invernale dal 6 al 12 dicembre in piazza Risorgimento a Roma. Un evento a cui parteciperanno i vertici del centrodestra, tra mercatini di Natale e pista di pattinaggio, ma anche Giuseppe Conte, Luigi Di Maio che si sfideranno con Giancarlo Giorgetti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Marcello Pera, Luciano Violante e Sabino Cassese . Il titolo dell’evento è “Il Natale dei conservatori”, nome scelto “prima delle illusorie direttive dell’Unione Europea – dice Meloni – quindi puntare Atreju sul Natale è stata una buona scelta. Con il Natale dei conservatori assistiamo alla nascita di un’alternativa al pensiero dominante, che riunisce tante destre”. Non mancheranno ospiti internazionali come i due vicepresidenti del gruppo Ecr, un rappresentante del Likud, l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani. “Sarà un grande villaggio di Natale, ci sarà anche il vin brulè”.

Naturalmente non passa inosservato il ritorno del termine conservatore a scapito della dizione sovrana. Non va però dimenticato che Giorgia Meloni guida la famiglia dei conservatori europei dal settembre 2020 e la volontà di allargare il raggio d’azione dell’IDF ad altre realtà non è un mistero. Un percorso di crescita che individua come unica legittimazione quella proveniente dagli elettori, andando oltre, spiegano, il consueto meccanismo della “validazione delle idee responsabili” da parte del centrosinistra.

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