Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha evidenziato i rischi per la salute umana derivanti dall’esposizione al polietilene e al PVC, due tipi diffusi di plastica. Secondo la ricerca condotta dall’Università della Campania in collaborazione con l’IRCSS Multimedica di Milano e l’Harvard Medical School di Boston, le micro e nanoplastiche potrebbero rappresentare un nuovo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
Queste particelle di plastica sono state individuate in vari organi e tessuti umani, dimostrando per la prima volta la pericolosità di tali inquinanti per la salute. L’esposizione a micro e nanoplastiche aumenta il rischio di infarto e ictus, in quanto promuovono l’infiammazione delle placche aterosclerotiche e possono causare ostruzioni nei vasi sanguigni.
Il meccanismo attraverso il quale la plastica danneggia il cuore è legato allo stress ossidativo, all’infiammazione e all’alterazione del ritmo cardiaco. Le plastiche come il polietilene e il PVC, presente in molti prodotti di consumo, contribuiscono alla produzione di microscopiche particelle che possono contaminare l’ambiente e l’organismo umano.
L’aumento della produzione di plastica nel mondo potrebbe aggravare i danni causati da queste materie, con la previsione di un raddoppio della produzione entro il 2040. È quindi urgente adottare misure per ridurre l’impatto delle micro e nanoplastiche sulla salute umana e sull’ambiente.
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