Migranti, ci ha provato anche il ministro Lamorgese con Matteo Salvini – Il Tempo

Franco Bechis

Rimozione. Matteo Salvini prenderà la parola con questa accusa di aver impedito la libera circolazione di 163 migranti in parte detenuti per un massimo di 19 giorni (metà dei quali sbarcati) a bordo della nave della Ong Open Arms. Se quindi impedire la libera circolazione costituisce reato di sequestro di persona, dobbiamo immaginare che dal 21 agosto le 163 persone sbarcate abbiano riacquistato la libertà. Diciamo 161, perché due siriani sono stati subito pizzicati e arrestati dalla polizia perché identificati come trafficanti. Allora libero? Niente affatto, a tutti i prigionieri, impedito qualsiasi movimento. E non per soli 19 giorni: in gran parte rapita dal successore di Salvini, l’attuale ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per più di tre mesi. La prova arriva da una lettera inviata dall’Unità Dublino del Ministero dell’Interno il 15 novembre 2019, quasi tre mesi dopo lo sbarco definitivo di tutti gli occupanti dell’Open Arms, all’avvocato Loredana Leo, che aveva avuto accesso ai documenti. come rappresentante dell’Association for Legal Studies on Immigration.

L’avvocato chiede cosa sia successo a queste 163 persone, cosa che aveva fatto anche lei a fine ottobre, ottenendo una risposta non esaustiva. In questa nuova lettera spiega che solo 15 di loro sono stati detenuti nell’hotspot di Lampedusa per soli 6 giorni senza libertà di movimento, poi si sono imbarcati per la Spagna che li avrebbe accolti. Due sono rimasti “rapiti” nell’hotspot prima a Lampedusa poi a Pozzallo per 37 giorni prima di partire per il Lussemburgo, e altri 34 prigionieri negli stessi luoghi per 55 giorni prima di partire per la Francia. Solo 27 sono veramente liberi, per un semplice fatto: durante il trasferimento da Lampedusa a Pozzallo via Porto Empedocle, sono riusciti a scappare perdendo le tracce e diventando così “introvabili”. Ancora una volta: 5 partiranno per il Portogallo il 20 novembre successivo dopo un rapimento durato 91 giorni. E 31 sarà diretto in Germania il 30 novembre successivo dopo 101 giorni dalla raccolta. Una settantina di Pozzallo sono invece trasferiti alla Cara S. Anna di Crotone, dove non avranno libertà di movimento e quindi sulla carta resteranno sequestrati fino a quando non verrà trovata una possibile destinazione o non sarà iniziata la procedura di rimpatrio. . Perché solo uno dei 163 Open Arms aveva le caratteristiche per essere accettato come rifugiato ed era entrato in “procedura nazionale”.

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Per comprendere appieno cosa fosse la detenzione presso l’hot spot di Pozzallo, è sufficiente ricordare la relazione del garante nazionale dei diritti dei detenuti o delle persone private della libertà personale cui il Parlamento aveva ricordato che era necessario parlare di sequestro di persona vero e proprio se lui aveva trascorso le 24-48 ore previste dalla normativa in vigore. Ed è proprio a Pozzallo che una delegazione del Comitato per la Prevenzione della Tortura e delle Pene o Trattamenti Inumani o Degradanti si è recata in ispezione, considerando che i migranti erano lì in stato di privazione della libertà.< sans fondement juridique >> per giustificare la loro detenzione. E ha scritto nella sua relazione “che la nuova legislazione italiana non fornisce una base giuridica per la privazione della libertà di coloro che sono detenuti negli hotspot”, invitando le autorità italiane a “chiarire nella legge su quali basi la libertà di circolazione potrebbe essere privato di chi è stato trattenuto per più di poche ore in un hotspot ”.

Quindi anche per le autorità internazionali a tutti gli effetti, questi migranti a braccia aperte sono stati rapiti dal prossimo governo e dall’attuale ministro dell’Interno Lamorgese senza alcuna base giuridica per un tempo che per la maggior parte di loro è stato addirittura cinque volte superiore a quello contestato. . a Salvini quanto basta per mandarlo alla giustizia come accaduto sabato proprio per “sequestro di persona”. Se la legge è tale ed è uguale per tutti i processati, allora dovrebbe fermarsi anche Lamorgese, rischiando una condanna cinque volte quella del suo predecessore.

Quindi sarebbe in un paese in cui la legge è la stessa per tutti. Ma sinceramente crediamo che questo non debba accadere né per l’uno né per l’altro, perché con questa limitazione della libertà che si basa sulle varie regole sull’immigrazione, i ministri dell’interno tutelano soprattutto i cittadini italiani. Se siamo arrivati ​​alla situazione grottesca in cui si è trovato Salvini a Palermo, è solo perché la classe politica è piena di pagliacci. Quando sei congelato e ciccia con loro e insieme regoli, se sei un portabandiera dell’ordine e della sicurezza, ma poi gelatina e grasso fondono gli stessi atti condivisi ed esaltati diventando il peggio del peggio. Legalità e giustizia non c’entrano nulla: è solo il fatto che Salvini che era amico è diventato nemico dell’M5. Così lo hanno consegnato ai giudici di Palermo invece di rispondere (come facevano quando erano ancora congelati e grassi) che la giustizia non doveva occuparsi di queste cose. Certo, se il Parlamento avesse dovuto votare ora che il M5s e Les Legas sono tornati al governo, nessuno avrebbe assicurato Salvini alla giustizia. È così che evolve il mondo, ma dato l’uno per un minimo di consistenza, l’uno deve dare anche l’altro. Anche Lamorgese è sotto processo. Anzi, tutti sotto processo. Prepara una stanza del bunker …

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